Una recente operazione della polizia municipale ha dichiarato abusive le celebri bancarelle di libri da decenni “volto” di piazza Dante e Port’Alba, obbligando i librai al loro smantellamento.
LE RISPOSTE. «Chiediamo una soluzione diversa per far coincidere legalità e cultura, perché senza la seconda manca anche la prima», queste le parole con le quali Librincircolo e Bottega delle Parole (circoli letterari della città) invitano in rete all’evento “Porta un libro a Port’Alba”, Flash Mob, anzi per meglio dire “Book Mob”, a difesa della cultura, tenutosi questo pomeriggio a Port’Alba in seguito ad un Reading pubblico che ha visto coinvolti autori, scrittori e poeti, partenopei, i quali, alcuni giovanissimi, hanno espresso, con la lettura delle loro opere, la loro solidarietà per la tradizione storica e culturale di questa importante “strada dei libri” e dei suoi librai.
L’iniziativa, organizzata dal Partito Democratico, ha visto alternarsi le letture agli interventi dei rappresentanti del Pd.
«L’evento è nato sull’onda dell’emotività. Lo spunto ci è stato dato dalle vicende degli ultimi giorni, da queste abbiamo riflettuto sullo stato della città tutta, e abbiamo elaborato una proposta politica che riguarda il riconoscimento, l’istituzionalizzazione, di un’area di cultura del centro storico di Napoli, quindi zona Port’alba, Piazza Bellini , via Duomo, Mezzocannone, Corso Umberto, Piazza Cavour, quelle aree dove si concentrano importanti istituzioni (università, conservatorio di musica, biblioteche, musei) e attività che hanno fatto della cultura la loro ragion d’essere. Chiediamo quindi: agevolazioni sui canoni di occupazioni, procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni alle istallazioni dei banchi espositivi, incentivazione dell’organizzazione di eventi per fare cultura dentro e fuori i negozi, e molto altro», spiega il segretario provinciale del Pd Venanzio Carpentieri.
«In questi giorni abbiamo visto una posizione molto netta di una città di cultura per la cultura. Le ‘bancarelle di libri’ sono un tratto identitario di Napoli. In un progetto se non si parte da un dato che è quello della cultura e della difesa dei luoghi della cultura non si può parlare di futuro. Noi dobbiamo impedire, anche in un momento di crisi, che si chiudano luoghi della cultura, luoghi di informazioni, luoghi della discussione», afferma l’assessore comunale al Commercio Enrico Panini, ospite entusiasta dell’evento.
UNA RICCHEZZA DESERTIFICATA. Tra le bancarelle di Port’Alba si trovano libri di ogni genere, anche quelli leggendari ma dimenticati, cultura a trecentosessanta gradi spesso venduta a uno o due euro, quindi accessibile a tutti. La peculiarità delle ‘bancarelle di libri’ è che ci si può avvicinare al sapere con spensieratezza, soffermandovisi mentre si passeggia, e così trovare qualcosa di straordinario che nemmeno si sapeva esistere.
Decine e decine le persone che hanno aderito all’iniziativa, ognuna con i propri malinconici pensieri, «Ricordo giorni in cui cercavo un saggio fuori produzione, irreperibile, ad un passo dall’arrendermi riuscii a trovarlo proprio in una bancarella di Port’Alba. Con quel libro personalmente ho avuto l’opportunità di imparare cose che forse altrimenti non avrei mai appreso, ho conosciuto qualcosa di raro con cui riuscii a dare un tocco di unicità al mio esame di maturità», ricorda con sentimento nostalgico una studentessa.
PORTA UN LIBRO A PORT’ALBA. Per onorare lo spirito tipico di Port’Alba e della sua favolosa atmosfera data dalla cultura che circola e a volte stupisce, il “Book Mob“, alla presenza del consigliere municipale Pino De Stasio, ha visto i partecipanti disporsi in cerchio e al “via” scambiarsi libri incartati in fogli di giornale o carta, così da rendere il regalo una sorpresa, con all’interno talvolta un messaggio per l’ignoto destinatario.
IN MEMORIA DI SALVATORE. Molti i presenti che, in segno di protesta o semplicemente di rispetto, hanno accolto la proposta degli organizzatori di indossare un elmetto, di quelli usati per l’edilizia, simbolo di sicurezza e di ricostruzione, due valori che toccano da vicino ogni individualità, soprattutto in questi giorni pieni di rammarico per la morte di Salvatore Giordano, vittima del crollo di alcuni calcinacci in caduta dalla Galleria Umberto I. Domattina a Marano si terranno funerali del ragazzo.
Messa in sicurezza e ricostruzione, dunque, della struttura architettonica di una gloriosa città d’arte, perché la cultura dà la consapevolezza della vita, non della morte.
“Ricostruzione” forse anche delle coscienze, perché la mente umana non è e non sia solo correttiva, curativa ma è e impari ad essere soprattutto preventiva, lungimirante.
[scritto per periferiamonews.com]