Resterà aperta fino al 15 febbraio la mostra fotografica che raccoglie le immagini dei più grandi capolavori del cinema sovietico.
NAPOLI – Al quinto piano di un grande palazzo nel cuore della Napoli bene, a due passi dalla centralissima piazza Plebiscito, ha sede l’associazione Massimo Gorkij. Da pochi giorni un ambiente accogliente e familiare accompagna gli spettatori in un viaggio spettacolare attraverso il cinema sovietico. La mostra fotografica vede esposte storiche immagini di grandi successi dell’avanguardismo cinematografico sovietico, che per anni si è caratterizzato per il suo apporto rivoluzionario nel campo della arti visive di inizio novecento. Ancora oggi grandi registi si rifanno a splendide opere rappresentate in questa mostra: La corazzata Potëmkin di Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn, La madre di Vsevolod Illarionovič Pudovkin e il documentario L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov.
LE IMMAGINI, I GENI E I FILM – Assolutamente doveroso l’omaggio che dal 29 gennaio al 15 febbraio l’associazione ha deciso di fare a questi maestri del cinema mondiale, che hanno impresso nella pellicola del tempo il proprio inestimabile talento. Su tutti spicca l’immenso talento di Sergej Ejzenštejn, tristemente celebre al pubblico italiano per la nota invettiva fantozziana contro la sua opera più significativa: La corazzata Potëmkin. Non vanno, inoltre, dimenticate pellicole come Ottobre e Aleksandr Nevskij, che hanno letteralmente fatto da spartiacque nelle prassi di racconto cinematografico della storia e del mondo. Le immagini della rivoluzione sovietica più diffusamente entrate nell’immaginario del pubblico di massa, ad esempio, sono quelle impresse in questi film più che in quelle rare testimonianze video dirette. Alla solidità del genio di Ejzenštejn sono affiancati in questa esposizione anche titoli fondamentali dell’arte cinematografica sovietica come uno dei primi documentari che la storia ricordi: L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov. Anche quest’ultimo autore resta immortale per la sua capacità di portare all’estremo l’esplosione futurista di inizio novecento reinterpretando con il suo cineocchio l’arte cinematografica in chiave materialista dialettica. Tra i più celebri film ospitati in questi spazi anche uno dei più celebri della produzione che soffiava dall’est Europa: La madre di Pudovkin.
L’ASSOCIAZIONE – L’associazione Massimo Gorkij continua il lavoro di valorizzazione del patrimonio culturale, politico ed espressivo che per quasi un secolo l’Unione Sovietica ha saputo produrre. Un pa
trimonio ricco, complesso ed espressivamente ineguagliabile se comparato alle forme meramente estetiche o meccanicistiche del futurismo italiano. Grazie ad iniziative del genere l’arte sovietica supera il guado del tempo e si ripresenta alla vista dei più giovani con l’impeto rivoluzionario delle forme espressive nate dalla Rivoluzione.
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