L’idea è di creare una serata in cui autori diversi possano miscelarsi, mantenendo la propria identità, per creare qualcosa di unico e nuovo
Incontri d’artista-Andrea Tartaglia e Victor Zeta, l’11 maggio al MMB, è il secondo appuntamento di un nuovo format che mira all’interscambio musicale. L’idea, nata da Francesco Maria Coraggio, è di creare una serata in cui autori diversi possano miscelarsi, mantenendo la propria identità, per creare qualcosa di unico e nuovo, uniti dal divertimento e dall’amore per la musica.
Spiega Coraggio: « Avevo pensato che da ogni incontro nascesse un pezzo inedito che finisse poi negli album. l’idea è fare un qualcosa di speciale facendo incontrare artisti diversi che raramente capitano sul palco e avvicinare i due progetti». La serata è stata introdotta dal Befolko, cantautore napoletano che miscela folk canadese/statunitense e cultura musicale napoletana, con il suo primo EP in prossima uscita. Egli crea un rapporto con il pubblico, fra simpatia e serietà, mantenendo un contatto empatico. Intermezzi vari sono creati dalle poesie di Alessandro Freschi, anch’egli musicista, il quale crea momenti di pura risata che si inseriscono benissimo nel clima amichevole e disincantato dello spettacolo.
Victor Zeta e Andrea Tartaglia sono apparentemente diversi; l’uno è onirico e balcanico, l’altro è terreno e primordiale. I ritmi diversi si intrecciano invece benissimo, le due personalità sono concordi ed entrambi, con i loro musicisti, si divertono creando un clima da Bar sotto il mare. Oltre ai propri pezzi, suonano insieme Un giudice, di De Andrè, con un’ interessante visione personale. Il pezzo, come Tartaglia aveva immaginato, si sposa bene con il sound balcanico di Victor Zeta e i Fiori blu; si crea così un momento non da poco, considerato quanto spesso sia infelice il reinterpretare i pezzi di questo cantautore.
Racconta Victor Zeta: «Loro hanno già un’identità a livello strumentale, è anche difficile fare qualcosa di coerente. Hanno una linea chiara proprio per quanto riguarda le sonorità, hanno già un’identità, quindi uno capisce doove si deve inserire. Quando lo devi creare tu questo mondo, dal nulla, è più complicato». Risponde Tartaglia: «Anche io mi sono divertito a entrare nel tuo. è importante sperimentare nuovi strumenti nella sonorità tua ed entrare nella sonorità di un altro è interessate, capisci sia qualcosa di te che qualcosa dell’altro».
Si parla anche dei progetti futuri, con tutte le sperimentazioni che portano con sè. Spiega Andrea Tartaglia: «Stiamo facendo un altro disco, vedremo cosa succede. Veniamo dal primo in cui abbiamo suonato tantissimo in giro prima di pubblicarlo. Questo è quasi completamente inedito e siamo curiosi anche noi delle reazioni che il pubblico potrà avere, anche se tocca cose che facciamo live. Le cose più belle ci nascono sempre di getto, abbiamo anche difficoltà a incidere la spontaneità, però ci stiamo lavorando. La nascita dei pezzi è sempre simile ma c’è una maturità diversa che può essere un limite o un’opportunità».
«Abbiamo anche fatto un brano insieme– aggiunge Zeta – sperimentato qua, poi magari verrà diversamente sul disco. Ho pensato subito a lui per quel pezzo e lui ha un’istintività che forse avevo anche io all’inizio. Ho fatto un salto a quello che ero prima e questo mi ha emozionato». Sembra, questo, il miglior esito che potrebbe avere un evento simile: due diversità che si toccano, interagiscono e danno nuovi impulsi vitali l’un l’altra.
I due gruppi trasportano in un altro mondo, cosa che già fanno esibendosi singolarmente; insieme, però, creano qualcosa di ancor diverso, quasi ancestrale. L’idea alla base della serata, questi artisti poi in particolare, ridanno senso e dignità all’idea di live. Creano, differentemente da molti artisti affermati e in linea con il panorama musicale napoletano, qualcosa di irripetibile. Ascoltarli porta con sè la consapevolezza di non poter rivivere quel momento mai più, non nella stessa maniera, ispirando a goderselo in ogni sua sfumatura e a cogliere l’attimo.
[di Francesca Lomasto]