Inaugurata presso il MANN una temporanea dedicata all’indimenticato stilista italiano Gianni Versace
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Gianni Versace ha firmato capi unici nella costellazione dell’haute couture internazionale apportandovi il tratto inconfondibile del made in Italy, crocevia di eleganza e tradizione.
Trascorsi 20 anni dalla sua tragica scomparsa – avvenuta il 15 luglio 1997 – una mostra e tanti eventi trovano spazio presso il Museo Archeologico Nazionale nella temporanea “Dialoghi/Dissing – Gianni Versace Magna Grecia Tribute“, una iniziativa nata per iniziativa delle curatrice Sabina Albano e Maria Morisco.
Dopo il partecipatissimo opening del 13 luglio scorso, la mostra resta aperta al pubblico fino al 20 settembre 2017. Raccolti da Antonio Caravano, troviamo ridisposti in continuità tra loro diversi oggetti, cimeli ed abiti che insieme animano una collezione dall’altissimo valore simbolico, nonché storico se pensati quali sedimentazione di un rapporto ininterrotto tra moda e società.
Solo la loro connessione permetterà di investigare infatti i forti legami che Gianni Versace ha intrattenuto con la Magna Grecia, la vera padrona di casa al Museo Archeologico Nazionale. Sono coinvolte alcune splendide sale quali la Sala del Cielo Stellato che presta le proprie mura nell’ospitare una serie di opere del grande artista italiano, oltre ad alcuni video che possano presentare il genio della sua firma anche ai meno esperti. Il giardino adiacente ospita invece tre diverse sculture di Marcos Marin, opere di Manuela Brambatti, Bruno Gianesi, Marco Abbamondi e Ilian Rachov, oltre alla singolare iniziativa messa a punto dall’azienda partenopea Mansfield di un abito olfattivo.
Il museo archeologico di Napoli ha rafforzato la sua presenza nell’offerta culturale predisposta per la città partenopea aprendosi ad esperienze artistiche diverse (dal fumetto al cinema, dalla musica al teatro) ed attestando un incredibile stato di salute grazie all’afflusso di cittadini e turisti stranieri che attraversano i suoi ampi spazi. Possiamo leggere in questo omaggio allo stilista Gianni Versace una traccia di questo rinnovato rapporto di fiducia tra il museo e la sua utenza.
[Antonio Mastrogiacomo]