Le architetture dello sport sono in mostra al Maxxi di Roma
Solitamente si presta molta attenzione agli sport notando a stento le strutture in cui lo sport viene praticato. Il Maxxi offre l’occasione per focalizzare l’attenzione su quest’ultimo aspetto, grazie alle opere dell’ingegnere e architetto Pier Luigi Nervi.
L’esposizione “Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport” consta di ben 22 progetti di strutture sportive famose: trampolini divenuti iconici e centri sportivi con cupole in cemento ma dai particolari ornamenti.
La mostra, visitabile fino al 2 ottobre 2016, non è una semplice esposizione di fotografie delle opere di Nervi: è composta bensì dai pannelli fotografici utilizzati da lui stesso al fine di illustrare i propri progetti ai committenti.
La prima sezione, “Sperimentazioni e innovazioni”, tratta del periodo che va dal 1924 al 1949, in cui Nervi ha portato a termine diversi progetti tra i quali spicca lo stadio Giovanni Berta di Firenze.
Nella sezione “Campione del cemento” è possibile osservare progetti come quello dello stabilimento balneare Kursaal al lido di Ostia e quelli realizzati per le Olimpiadi di Roma del ’60: Palazzo dello Sport, Palazzetto dello Sport e Stadio Flaminio.
“Dall’Italia al mondo”, infine, comprende non solo progetti realizzati in Europa e negli Stati Uniti ma anche in Sudamerica, Sudafrica, India e Medio Oriente. Esemplare è il Good Hope Center di Cape Town, in Sudafrica: oltre ad essere stato il primo impianto sportivo multirazziale realizzato in pieno apartheid, all’epoca vantava la cupola di cemento più grande al mondo.
Ufficialmente Pier Luigi Nervi non era che un ingegnere specializzato in edilizia civile. Tutt’oggi è però riconosciuto come un grande architetto che, oltre ad aver prodotto opere in tal senso, ha collaborato con personalità del calibro di Louis Kahn e di Le Corbusier, quest’ultimo di Nervi diceva: “Veder Nervi collocare uno scheletro di calcestruzzo in una struttura è una magnifica lezione. Non vi mette mai nulla di volgare. Che eleganza! Non si definisce architetto, ma è migliore di quasi tutti noi”.
[di Ambra Benvenuto]