Alle librerie Feltrinelli di tutta Italia leggere un libro è come offrire un caffè, ma se offrire un caffè è da sempre un gesto galante, ‘offrire un libro’ è come donare una parte di sé. È quanto può succedere con “Il libro sospeso”, un’iniziativa partita non a caso ieri, Giornata mondiale del libro, e che per dieci giorni, fino al 5 maggio, darà un tocco di novità ed al contempo di tradizione all’abitudine della lettura: tutti coloro che acquistano un libro ne potranno ‘offrire’ un secondo, proprio come quella tradizione tipicamente napoletana del “caffè sospeso”, che riecheggia nello spirito oltre che nel nome.
“Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé ed uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…”, così Luciano De Crescenzo descriveva la generosa pratica partenopea, parecchio in voga soprattutto in passato, del cosiddetto caffè sospeso, secondo cui al bar un cliente sceglie di pagare oltre al suo caffè anche un altro caffè che, messo in ‘sospeso’, verrà offerto a chiunque avesse la voglia ma non la possibilità economica di berne uno. Questa folkloristica usanza nel corso del tempo è stata di internazionale ispirazione, molti bar di svariati paesi l’hanno ripresa, molte realtà ne hanno invece seguito il principio ma ‘risignificandone’ la modalità, mettendo a disposizione altri ‘regali’, oltre al caffè.
L’origine de “Il libro sospeso”, proprio come il folklore del “caffè sospeso”, è senz’altro benefica e fa capo ad un comportamento virtuoso, ma va ben oltre, fino al bisogno di partecipazione, quella sensazione che si avverte quando si vive un’esperienza particolarmente appassionante che ci rende filantropici e come primo istinto si ha voglia di condividerla, «E’ lo spirito di coinvolgimento il punto di questa iniziativa, incuriosirsi reciprocamente, di modo da creare una catena di lettori, che non si spezzi, dove chi ‘riceve’ un ‘libro sospeso’ a sua volta ne ‘offra’, e così ci si invoglia a vicenda lasciando l’un l’altro qualcosa di sé», racconta con umano e professionale entusiasmo l’addetta al reparto saggistica della Feltrinelli di Piazza dei Martiri, Napoli. È un po’ come far ‘viaggiare’ un proprio messaggio in una bottiglia, c’è di bello infatti che colui che ‘offre’ il libro e colui che lo ‘ritira’ sono tra loro sconosciuti, ma, a seconda di ciò che quel libro ha significato per ciascuno e di ciò che si ha voglia di esprimere e ‘far arrivare’ con esso, si può scegliere se il libro da ‘offrire’ sarà destinato ad un uomo, ad una donna, o ad un bambino apponendo sulla copertina un bollino colorato rispettivamente blu, rosso, o verde, ed accompagnandolo infine magari da una dedica personale.
“Il libro sospeso” a Napoli ha già registrato i primi libri ‘offerti’, ‘sospesi’ in appositi box accanto alle casse, molti dei quali già comunicativi di per sé, come Novecento di Baricco, i Fiori del Male di Baudelaire, La banalità del male di Hannah Arendt, Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks. Un ‘gioco’ che aziona la creatività, pungola l’intimità, nutre il percorso circolare della cultura, di cui si ha sempre un gran bisogno per imparare a pensare bene e poi ad agire bene, ma attraverso una strada privilegiata, quella delle emozioni ‘in due’, condivise con qualcuno: da chi le prova e vuol comunicarle, a chi così le riceve e le arricchisce ancora un po’ di sè, una sorta di osmosi che valorizza ancor più quella funzione quasi catartica, un po’ magica del meccanismo della lettura, se già in effetti “Quando leggiamo un libro ci aspettiamo in qualche modo di entrare in contatto con l’assoluto o anche semplicemente con qualche verità che fra le pieghe della vita noi non siamo in grado di vedere, ci aspettiamo spesso un’emozione, ci aspettiamo di trovare i nostri sentimenti, di trarne insegnamenti morali”, affermava uno scrittore francese.
[scritto per periferiamonews.com]