Pubblicate indiscrezioni sulla direttiva dell’Unione europea a favore della proprietà intellettuale appannaggio dei grandi editori e delle major
Un sito internet, IPKat, ha reso pubblica la bozza di legge del commissario europeo Oettinger per la “modernizzazione del copyright”. In tale documento non c’è traccia della lunga consultazione on line, avviata mesi fa. Nella bozza, difatti, si può dire sia stato scritto l’esatto opposto di quanto proposto dagli attivisti. C’è molto, invece, di quanto chiesto da parte dei promotori del “tutti i diritti riservati”. Una proposta tutta a vantaggio di major e grandi editori, quindi. Una proposta in cui chi ci perderebbe sono esclusivamente i piccoli, gli altri.
Sconvolgenti le proposte inserite in questa bozza che se diventasse direttiva non sarebbe più possibile, ad esempio, linkare un articolo, criticarlo, smentirlo; non sarebbe possibile citare fra virgolette poche righe del testo senza l’autorizzazione dell’editore, che ovviamente vorrà essere pagato. Secondo la bozza, inoltre, il copyright durerebbe vent’anni con formula retroattiva; in tal senso su un social, privo di autorizzazione, non si potrebbe più commentare un articolo di un giornale del ’96.
La cultura d’ora in poi, se il progetto dovesse trovare approvazione, diverrà pressoché impossibile da diffondere oltre i limiti della proprietà individuale o aziendale dei diritti, sarà definitivamente intrappolata nella mercificazione capitalista. I siti che ospitano contenuti artistici dovranno “preventivamente” accertarsi che il materiale caricato non rappresenti una violazione del copyright. Tali misure sono possibili al punto che YouTube ha già cominciato ad adottarle. Sono questi programmi di filtraggio preventivo al prezzo di centinaia di migliaia di euro. Misure, insomma, che possono permettersi solo i grandi, come YouTube o Facebook. Alimentando così un monopolio assoluto, scomparsa dei piccoli content providers indipendenti.
[di Marco Coppola]