Architettura tra idea e lavorazione. Dare un senso alla materia e mettere in atto l’ idea attraverso la lavorazione è la base di qualsiasi opera architettonica.
Al Palazzo della Provincia, Bari, ha luogo la presentazione del volume di Antonio Labalestra, “Singolaris in singulis. Duodecim columnae vitinae e marmore nella basilica di San Pietro a Roma”, dal 22 al 29 ottobre 2014. Grazie al contributo di Cosimo Damiano Fonseca, Francesco Moschini e Cherubino Gambardella, viene approfondito l’argomento riguardante le colonne tortili costruite dall’architetto Gian Lorenzo Bernini all’interno della Basilica di San Pietro e in più l’importanza dell’influenza artistica di quest’ultimo e innovativa all’interno del riquadro generale artistico e internazionale.
Altro argomento fondamentale all’interno della mostra è l’esposizione di Antonio Labalestra dal titolo “Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero”. Il dialogo tra Fernando Tavora e Alvaro Siza caratterizza per intero l’opera intenta a dare un messaggio importante. Quest’ ultimo viene definito da Tavora “Maestro di opera grave che lavora con la pietra ed altri materiali”. Il fine dell’ opera è di dimostrare come il lavoro progettuale del disegno architettonico sia alla base della costruzione. Il Maestro, dunque, lavora il materiale alleggerendolo in modo tale da trasformarlo in lavoro architettonico, l’azione trova spunto nel disegno tecnico ragionato. L’ ‘opera grave’ è ciò che rappresenta l’ idea attuata materialmente, gravità è sinonimo di importanza, magnificenza, misura, intuizione e costruzione.
Come non tener presente le caratteristiche fondamentali di un lavoro teorico e pratico di tale importanza? l’architettura non è solo disegno, misura, calcolo o per meglio dire un puro lavoro razionale, in quanto il lavoro scientifico e tecnico viene messo necessariamente in atto empiricamente e quindi dimostrato tramite il definitivo completamento materiale.
[di Daniele De Falco]
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