Tra il 2009 e il 2014 si è registrato che 141 paesi praticano ancora la tortura, dato il contesto di segretezza nel quale la tortura viene praticata, è probabile che il numero effettivo sia più alto.
Articolo di AMBRA BENVENUTO
Spesso la storia trova ampio spazio nel mondo dell’arte. Le mostre con particolare riferimento a un periodo storico danno vita a eventi che diventano occasione non solo per ammirare opere d’arte ma anche di approfondimento del passato. Ed è questo ciò che accade nella “Mostra Internazionale sulle Torture Medievali”, fruibile fino al 10 gennaio 2016 presso il Castello Carlo V di Lecce.
La Mostra è stata già ospitata in tantissime nazioni- Spagna, Portogallo, Malesia e molte altre – e ha riscosso ovunque grande successo, per tanti motivi: innanzitutto, la mostra si propone come occasione di osservare da vicino fedeli ricostruzioni di strumenti di tortura utilizzati durante il Medioevo. Tra i tanti strumenti in esposizione spiccano la sedia inquisitoria alla garrota, la ‘Veglia’ detta anche culla di Giuda e la botte chiodata. Inoltre, accanto ad ogni strumento è posto un leggio con le spiegazioni di ogni strumento.
Sebbene sulle prime la “Mostra Internazionale sulle Torture Medievali” possa sembrare macabra, l’obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico sull’atrocità delle torture e sulla violazione dei diritti umani, tematiche che si rivelano purtroppo sempre molto attuali. Infatti, oltre a dare la possibilità di guardare gli strumenti di tortura, vengono forniti anche moltissimi spunti di riflessione sul perché l’uomo ha ritenuto (e ritiene) opportuno infliggere torture ai suoi simili e sulla scelta dei mezzi. Ciò che rappresenta questo evento è l’ennesimo invito a ricordare per non dimenticare e soprattutto a non perseverare, difatti, sebbene oggi gli strumenti, i metodi ed i motivi di tortura siano cambiati (alcuni tra i metodi di tortura ‘contemporanea‘: frustate, pestaggi, stupri, finte esecuzioni, privazione del sonno, aghi sotto le unghie, fori di trapano sulle articolazioni) la pratica non è cessata, secondo ricerche effettuate da Amnesty International: tra il 2009 e il 2014 si è registrato che 141 paesi praticano la tortura, dato il contesto di segretezza nel quale la tortura viene praticata, è probabile che il numero effettivo sia più alto. Solo nel 2014, 79 paesi hanno praticato la tortura.
[di Ambra Benvenuto]