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- Incontro di Dante e Beatrice davanti alla chiesa di S. Margherita
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- Tomba di Beatrice Portina
Beatrice, la donna che Dante Alighieri nomina nelle sue opere, è stata identificata come Beatrice Portinari, giovane che abitava con la sua famiglia vicino alla casa del poeta a Firenze.
Sembra che Dante l’abbia vista per la prima volta quando erano ancora dei bambini, ma subito fu forte il suo amore per lei. Secondo quanto scritto nella Vita Nuova i due addirittura si videro solo due volte, a nove e a diciotto anni.
Beatrice è la personificazione della donna angelica cantata dagli stilnovisti, sarà infatti lei, morta a soli 24 anni, a guidare Dante oltre le porte del Paradiso, nel suo viaggio nei tre regni ultraterreni che saranno al centro della narrazione nella Divina Commedia.
Il loro fu un amore platonico, il poeta la ammirava da lontano, ma i suoi sentimenti non erano ricambiati. La giovane sposò infatti Simone de’Bardi.
Secondo la tradizione i due erano soliti incrociarsi dinnanzi alla chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, nella stessa Firenze.
Nella piccola chiesetta, luogo di sepoltura di Beatrice, è oggi possibile ammirare delle immagini che raffigurano gli incontri tra Dante e la fanciulla.
Chi vuole naturalmente può lasciare un fiore accanto alla lapide, ma c’è chi preferisce scrivere un piccolo pensiero alla donna, chiedendole di proteggere il proprio amore.
Una grande cesta accanto alla tomba della giovane amata dal nostro “sommo poeta” raccoglie infatti migliaia di bigliettini delle coppie di innamorati che si recano alla cappella appositamente per dare un saluto a Beatrice e pregarla di star loro vicino.
Ma si sa che l’amore non riguarda solo chi ha già trovato la propria anima gemella, si può amare anche di nascosto o ancora si può essere innamorati dell’amore, questo sentimento tanto forte quanto fragile. Basta poco per innamorarsi, ma non basta una vita per smettere di tenere a qualcuno in modo smisurato.
Dante ne è l’esempio perfetto. Nonostante il suo amore per Beatrice non si sia mai concretizzato e nonostante la morte prematura delle giovane il poeta non si è mai rassegnato e ha continuato a pensarla per il resto della sua esistenza, rendendola protagonista della sua ascesa al Paradiso.
Sarà infatti lei a guidarlo verso la salvezza dal peccato, accompagnandolo sempre più in alto fino a scoprire una bellezza per la quale non esistono parole adatte a descriverla.
Beatrice, il cui nome significa appunto “colei che rende beati”, era la donna ideale dell’epoca, la donna che possedeva tutte le virtù (fede, speranza e carità), l’unica che poteva fare da tramite tra l’uomo e Dio.
Anche dopo la sua morte Dante continuò a dedicarle dei componimenti poetici, la maggior parte dei quali risultano raccolti nella Vita Nuova. Scrivere per lei rendeva l’assenza meno dolorosa, era un modo per sentirla ancora più vicina di come non lo fosse mai stata in vita.
Gli amori non ricambiati, gli amori finiti, quelli appena iniziati sono tutti al centro delle lettere lasciate a Beatrice, nella speranza che almeno lei possa aiutare tutti i giovani innamorati a vedere realizzati i propri sogni.
[di Magdalena Sanges]