L’artista napoletano Jorit AGOch è finito negli ultimi giorni al centro dell’attenzione mediatica della città per un murales raffigurante San Gennaro.
—
NAPOLI – «La mia ricerca artistica si basa su due presupposti: l’espressione pittorica è un mezzo usato dall’uomo per comprendere la realtà che ci circonda, rappresentandola quanto più realisticamente possibile tanto più la si può interiorizzare e capire. Il processo artistico del dipingere oltre a modificare la realtà creando una rappresentazione fittizia della stessa trasforma l’artista, che la riscopre con occhi attenti e meravigliati da ogni sua più piccola particolarità. Quanto più si va più a fondo nei particolari e nello studio dell’aspetto visivo del mondo tanto più il modo di osservare il mondo cambia», così si descrive in poche battute l’artista napoletano Jorit AGOch, finito negli ultimi giorni al centro dell’attenzione mediatica della città per un murales raffigurante San Gennaro divenuto oramai simbolo. Un murales alto più di 15 metri che ricopre l’intera facciata di un palazzo, a due passi dal Duomo, con impressa la faccia del santo campeggerà in questo nuovo 19 settembre per la città. Il suo San Gennaro ha un viso umile, popolare e l’espressione di un uomo concreto e materiale; niente ascesi, luci auree e canti celestiali quindi, la concretezza del mattone che ospita la pittura si rispecchia nella sostanza veritiera e viva del volto raffigurato.
—
IL MURALES – Non sono mancate le solite polemiche rispetto a questa scelta di caravaggesca memoria. In particolare in molti hanno affermato che quella faccia appartenesse ad un boss della Camorra, trasformando l’effige del patrono in un omaggio a un criminale. Ovviamente non è così. Il volto prestato al santo nella raffigurazione di Jorit è quello di un meccanico molto amico dell’artista che giustappunto si chiama Gennaro. Gli incauti criticoni evidentemente non hanno concepito e compreso la cifra artistica principale di Jorit AGOch, rubare i volti che gli stanno intorno per donarli alla storia e al ricordo della raffigurazione artistica. È stato così anche per il suo amico carrozziere, Gennaro, che in questo caso s’è fatto santo. Il murales verrà inaugurato durante la festa di San Gennaro di quest’anno, il 19 settembre, giorno del miracolo dello scioglimento del sangue, e donerà quindi il volto dell’altro Gennaro (il carrozziere) ai posteri e alla città.
—
JORIT AGOCH – Jorit nome di battesimo, Agoch pseudonimo è nato a Napoli, da padre Italiano e madre Olandese. Ha iniziato a dipingere a tredici anni con lo spray sui muri della sua città natale Quarto, nella periferia nord di Napoli. Dopo studi scientifici decide di non iscriversi alla facoltà di architettura consigliata dalla famiglia ma di frequentare L’Accademia Di Belle Arti di Napoli dove si laurea con 110 e lode. Qui apprende le tecniche dell’acrilico e dell’olio che usa nei dipinti su tela che realizza in contemporanea alle opere in strada. I graffiti dell’età adolescenziale maturano, l’attenzione di Jorit si sposta sulla rappresentazione dei volti umani, sin dall’ inizio presenti nelle sue opere, che studia con attenzione e realizza con sempre maggiore meticolosità. L’artista comincia poi un giro, muro dopo muro, che da Napoli lo ha portato a Cuba, negli Stati Uniti e in tutto il resto del mondo, in cui armato di bombolette e talento imprime volti sui muri. Attualmente collabora con INWARD e partecipa a progetti di Street Art di caratura internazionale, collaborato con istituzioni pubbliche e private. L’artista in Campania ha già fatto ben parlare di sé lo scorso maggio, grazie ad un murales dalle dimensioni ciclopiche raffigurante una bambina rom. L’iniziativa rientrava nell’ambito della campagna nazionale “Accendi la mente, spegni i pregiudizi” promossa dall’associazione napoletana Inward.
—
[di Marco Coppola]