180 anni dal debutto dell’opera seria “I puritani e i cavalieri” di Vincenzo Bellini. A ricordare il genio di Bellini svariati appuntamenti, tra cui un incontro a Firenze sabato 26 gennaio.
PARIGI – Cade il 24 gennaio l’anniversario dei centottanta anni dal debutto dell’ultima opera della produzione operistica di Vincenzo Bellini, storico compositore catanese che a lungo studiò presso il conservatorio di Napoli per poi girare il mondo in lungo e in largo sull’onda dei grandi successi che ha saputo comporre. Ancora oggi gli echi delle melodie di questo grande autore accarezzano le scene dei più grandi teatri nazionali e internazionali, conservando la grandezza di un mito scomparso prematuramente ma rimasto eterno.
PURITANI E CAVALIERI – Il 24 gennaio del 1835 debuttò al Théâtre-Italien di Parigi l’opera seria I puritani e i cavalieri di Vincenzo Bellini. La prima rappresentazione di questo capolavoro fu un vero e proprio successo con un pubblico entusiasta a spellarsi le mani dagli applausi. L’enorme portata del successo di una delle opere principali di questo grande compositore italiano è raccontata dal Bellini stesso in un’entusiastica lettera inviata all’amico Francesco Florimo in cui è possibile leggere: “Mi trovo all’apice del contento! Sabato sera è stata la prima rappresentazione de ‘I Puritani’: ha fatto furore, che ancora ne sono io stesso sbalordito… Il gaio, il tristo, il robusto dei pezzi, tutto è stato marcato dagli applausi, e che applausi, che applausi”. Nella storia l’avvincente scontro politico tra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, dopo la decapitazione del Re Carlo I d’Inghilterra, fa da tappeto alla storia d’amore tra Arturo ed Elvira. È particolarmente importante quest’opera perché rappresenta l’ultimo acuto di una carriera gloriosa e decisiva per l’intero movimento operistico italiano.
VICENZO BELLINI OGGI – Resta immutata la bellezza di questa e di altre opere memorabili che fecero del catanese figlio di Napoli un vero e proprio astro nell’orizzonte culturale dell’ottocento. Uno stile limpido, mediterraneo e fuori dal suo tempo rende la produzione belliniana tra le più affascinanti che quegli anni ci abbiano regalato; tanto da rapire il giovane Wagner che indicò la bellezza del canto composto dal catanese come modello indiscusso da seguire per i compositori tedeschi. Tutt’ora le composizioni di Vincenzo Bellini fanno il giro d’Italia e del mondo alimentando l’elogio alla potenza del suo messaggio che travalica il tempo e lo spazio imponendosi all’udito dei rapiti ascoltatori.
Solamente nel mese di gennaio al teatro La Fenice di Venezia è stata rappresentata, dal giorno 14 al 20, l’opera Montecchi e Capuleti riscuotendo il consueto successo. È fissato invece per il 26 gennaio a Firenze, presso il centro lettura dell’associazione Insieme per Brozzi, un nuovo incontro del ciclo Conversazioni musicali dedicato proprio alla celebre opera “I puritani”.
È impressionante come nella sua brevissima esistenza, trentaquattro anni, il Bellini sia riuscito a lasciare un segno così potente del suo enorme talento; un talento che non conosce oblio, confini, tempo.