Lucia Colarieti presenta il suo testo Coloriamo tutti i muri mercoledì 4 aprile
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Lucia Colarieti è una napoletana con la passione per la scrittura: è riuscita con caparbietà a coltivare il suo spazio narrativo, tesa tra gli studi di Economia e Commercio e le esperienze di lavoro all’estero. Attualmente impiegata in un ente pubblico, ha già all’attivo alcune pubblicazioni – tra cui Dei Trenta e più modi di perdere un ombrello, Faxismile, 101 riscritture di opere letterarie, Nanoracconti, Infinito presente – essendosi prestata altresì quale penna del romanzo collettivo Che pasticcio dottor Loop. Tutte queste composizioni inspessiscono il catalogo della prolifica casa editrice Homo Scrivens, che si arricchisce di un nuovo lavoro della autrice partenopea Colarieti: Coloriamo tutti i muri.
«Ho iniziato a frequentare le lezioni della Bottega della scrittura (tenute da Aldo Putignano) 5 anni fa. Insieme a loro ho imparato a dare forma alle parole che ero abituata a riversare sulle pagine bianche. Durante una lezione ci hanno assegnato un compito: “Scrivi di un personaggio che dipinge una staccionata”. In quel preciso istante nasce Gemma che colora la sua staccionata. Perché è un gesto così eversivo? Cosa c’è intorno a lei? Dove vive? Chi sono i suoi amici? E i suoi nemici? Infimo si è andata colorando pian piano intorno a questa scena. Si sono presentati gli altri personaggi e mi hanno raccontato le loro storie. È stato un percorso affascinante e spesso faticoso, c’erano domande che mi ponevo su una società che potrebbe arrivare a schiacciare fino a tal punto gli individui, ho provato a raccontarla, da tanti punti di vista. È nata così la favola civile di Coloriamo tutti i muri».
La presentazione del testo Coloriamo tutti i muri si terrà mercoledì 4 aprile alle ore 18 presso il sottopalco del teatro Bellini ed è organizzata dalla casa editrice Homo Scrivens per dare modo alla sua autrice Lucia Colarieti di incontrare il pubblico in uno spazio dove la creatività e la cultura si incontrano senza troppe sofisticherie.
[Antonio Mastrogiacomo]