“Processo ad una strega”, lo spettacolo de “Il Pozzo e il Pendolo” in scena sabato, presso il Maschio Angioino
È la storia del pregiudizio che degenera in follia, “Processo ad una strega”. Si tratta dello spettacolo evento che apre la stagione estiva del Teatro “Il Pozzo e il Pendolo”. Sabato 24 giugno, ore 21,00, presso il Maschio Angioino (Napoli), verrà messa in scena una delle pagine più buie della storia, gli anni dei processi della Santa Inquisizione. Lo spettacolo si basa su un testo tratto dagli atti di un processo del ‘600, gli spettatori sono coinvolti in quanto il dramma si apre con la caccia ad una strega, tra il pubblico. Dopo la cattura ci sarà il processo, le deposizioni, la dolente arringa della “strega” e il tragico epilogo dell’esecuzione. La protagonista della storia, dal forte impatto scenico ed emotivo, è Bianca, una donna giovane, bella, indipendente che si guadagna da vivere curando gli infermi con le erbe , la sua “colpa”? L’amore per un uomo sposato, che le costerà l’appellativo di “strega” da parte della società del tempo e la conseguente condanna a morte.
A raccontare la trama: venti attori ed un coro rinascimentale.
IL POZZO E IL PENDOLO: Un teatro dinamico, accogliente, arredato in stile vittoriano che suggerisce d’impatto lo spirito investigativo. Nato come Galleria del Giallo e del Mistero alla fine del 1999, il Pozzo e il Pendolo col tempo si è imposto all’attenzione cittadina come Teatro di Ricerca nel campo della grande letteratura. Oggi conta due sezione: una dedicata al Teatro/Racconto, un’altra interamente dedicata ai giochi gialli: dalle Cene ai Week End con Delitto passando per le Crociere con Delitto, il format di The Game (un gioco che dura una notte intera e che ha fatto letteralmente impazzire i napoletani) e l’avventura interattiva di Jack (un gioco che dura sei mesi e che parte dalla Rete e finisce per “invadere” la vita dei partecipanti trasportandoli in una specie di realtà parallela). La seconda sezione alimenta anche economicamente la prima: il Pozzo e il Pendolo, infatti, è l’unico teatro napoletano non finanziato con denaro pubblico. Una scommessa e un investimento difficili, ma che riempie d’orgoglio gli ideatori.
[di redazione]