Alla scoperta delle macchine di Jean Tinguely.
Articolo di AMBRA BENVENUTO
Jean Tinguely, il cui vero nome era Charles Célestin, è nato a Friburgo ed è vissuto a Basilea, città che ha profondamente amato dove oggi è possibile visitare il museo a lui dedicato.
Proprio di fronte al Museo “Tinguely” di Basilea si trova una fontana che funge da manifesto dell’artista, in quanto si tratta di una fontana in cui è possibile osservare un’eterna coreografia portata avanti da piccoli esserini, sculture cinetiche costruite da Tinguely stesso.
Dopo l’apprendistato da decoratore di vetrine e da artigiano, si è concentrato su pittura e disegno, non disdegnando contatti con gli artisti del Bauhaus. Parallelamente, Tinguely si è interessato molto alle correnti avanguardistiche e ha concorso alla stesura del Manifesto del nuovo realismo.
I tipi di performance pensati dall’artista svizzero sono basati perlopiù sulle reazioni del pubblico a quanto proposto. In tal senso, esemplare è il lavoro costruito nel Giardino della Scultura del Museo d’Arte Moderna di New York. Tinguely, con Kluver e Rauschenberg, costruì un’enorme macchina che si sarebbe autodistrutta nel giro di mezz’ora, proprio davanti al pubblico. Successivamente, agli spettatori è stato permesso di portare con sé quanto rimasto dalla macchina come souvenir.
Sulla stessa linea d’onda si è svolto l’evento del 1970 davanti al Duomo di Milano, durante il quale il pubblico ha potuto osservare una scultura pirotecnica costruita per festeggiare il decimo anniversario del Nuovo Realismo.
[di Ambra Benvenuto]