La soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia rende noto l’ennesimo crollo. A deflagrare sotto i colpi del maltempo questa volta è il giardino della casa di Severus.
È la soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia a rendere noto il crollo strutturale che ha colpito parte del giardino della casa di Severus nel bel mezzo degli scavi di Pompei. Una parte di terreno lungo il costone roccioso meridionale ha subìto un vero e proprio crollo a causa del maltempo di questi ultimi giorni. I tecnici della Soprintendenza hanno accertato il fatto intervenendo nella zona già chiusa al pubblico e impostando l’ordine di lavori per la ristrutturazione dello spazio. Critica la situazione di quest’area degli scavi, già inserita all’interno del programma di messa in sicurezza della Regio VIII previsto dal grande progetto Pompei. Nelle scorse ore l’ente succitato ha comunicato l’avvio della convenzione con i vigili del fuoco per programmare un piano di intervento nelle aree più ostiche.
IL CROLLO PERMANENTE – La situazione degli scavi di Pompei si aggrava e inesorabilmente il declino di uno dei siti archeologici più importanti al mondo sembra non trovare sbocchi positivi volti ad un restauro complessivo e strutturale. L’approccio delle istituzioni è riassumibile in due definizioni: immobilità e mancanza di volontà politica. Sono anni infatti che le condizioni di Pompei precipitano verso il baratro della deflagrazione strutturale. Tantissimi i progetti (che a giusta ragione possiamo definire inutili! Ndr) a susseguirsi negli ultimi trent’anni per ridare lustro e dignità a questi scavi che gridano vendetta. Una serie infinita di corruttele e paradossi al limite del verosimile.
È di poche settimane fa la notizia dell’inchiesta sul traffico di reperti che venivano sottratti dai visitatori al sito per finire, nel migliore dei casi, ad arredare salotti delle famiglie “bene”. Altrettanto paradossale è stata la notizia della rilevanza internazionale – e dei conseguenti introiti economici – che l’esposizione dei reperti archeologici pompeiani presso il British Museum; un’operazione che, a fronte di pochi spiccioli versati nelle casse dell’ente che amministra gli scavi, ha fruttato cifre da capogiro per il museo londinese.
UN PATRIMONIO DA DIFENDERE – Ignominioso, quindi, il trattamento che è stato riservato ad uno dei patrimoni archeologici più importanti al mondo. Un’intera città salvaguardata dalla cenere nel corso dei secoli è stata distrutta dall’inerzia e incompetenza dell’affarismo politicante di amministratori, funzionari e politici. Un patrimonio che per introiti e numero di visitatori è secondo solamente al Colosseo romano viene ancora vilipeso e maltrattato. Affreschi, mosaici, statue e le celebri domus sono beni archeologici di impareggiabile pregio che ora giacciono sotto la fanghiglia della decadenza morale e intellettuale di un paese allo sbando. Pompei è la metafora del declino di un’intera civiltà spaccata in amministratori, politici e funzionari indifferenti e di cittadini indignati rispetto allo sfacelo. Da testimonianza più luminosa della civiltà italiana a prova demoralizzante della sua decadenza, questa oggi è Pompei.