Passeggiare per le strade di qualunque metropoli diventa sempre più una scoperta. Migliaia sono i murales che accompagnano cittadini e turisti nei loro percorsi. Scopriamo sostanza e origini di questa particolare forma espressiva.
L’ARTE IN MOVIMENTO – Sempre più girovagando nei centri urbani postmoderni capita di imbattersi in murales, graffiti e varie forme pittoriche su parete che oggi compongono il vasto movimento della Street art. Frotte di giovani progressivamente si ispirano a questa particolare configurazione rappresentativa che traccia i contorni della necessità di espressione e di contestazione sociale della grande city contemporanea. Molteplici sono, d’altro canto, gli artisti e gli esponenti di questa grande famiglia che è l’arte muraria; ma da dove nasce questa forma espressiva? Quali sono i suoi antenati e maggiori pionieri?
LE ORIGINI – Per non tornare all’uomo delle caverne o alla tendenza antropologica, manifesta ad esempio nei bambini, di scrivere e disegnare sui muri, possiamo rintracciare le prime forme di approccio artistico strutturato alla pittura muraria nell’affresco. Dagli antichi egizi, passando per l’età ellenica, fino al rinascimento l’affresco rappresentava la forma principale dell’arte figurativa. È questa sua particolarità espressiva e la tendenza estetica di tutto il mondo premoderno ad aver fatto dei dipinti murari un aspetto trascinante dell’arte in generale; non avremmo oggi capolavori come i giudizi universali di Giotto e Michelangelo o l’ultima cena leonardiana.
L’AVVENTO DEL MURALISMO – Dall’avvento della modernità molti sono stati i movimenti che hanno proseguito questo particolare approccio con lo spazio parietale superandone l’asetticità delle nuove geometrie urbane. Particolarmente fecondo in questo senso è stato sicuramente il movimento artistico messicano denominato “muralismo”. Sono stati artisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros o José Clemente Orozco a dare nuova linfa a colori, tempere e pennelli sulle pareti. Per primi questi artisti hanno portato scientemente l’arte parietale fuori da edifici, chiese e abitazioni connotando le caratteristiche che l’intero movimento della pittura muraria ha fatto proprie. Per primi infatti i messicani reduci dalla guerra civile del 1910 hanno portato in strada l’arte figurativa, ponendo innanzi al popolo e a tutti i settori della società il prodotto artistico. Inutile dire che tale approccio ha rappresentato una vera e propria rivoluzione degli schemi che avevano contraddistinto l’arte fino a quel momento.
I MURALES OGGI – Collegandosi a questa tradizione è possibile spiegare le caratteristiche ribelli e di controcultura di quelli che oggi vengono definiti street artist, writer o graffitisti. Keith Haring, SAMO, Jean-Michel Basquiat, Banksy o Blu sono solo alcuni grandi esponenti di questo enorme movimento. Tutti i lavori di questi artisti rappresentano spaccati della società contemporanea così come i precursori messicani hanno insegnato. È impossibile infatti non notare la forte continuità espressiva e contestativa di questi due movimenti dell’arte muraria. Notevoli sono le rappresentazioni contro Israele che Banksy realizza sulla striscia di Gaza, così come i lavori antimilitaristi di Blu o la fine raffigurazione dell’omologazione-alienazione dell’uomo nella società postindustriale di Keith Haring. Questi grandi rappresentanti e figli di un patrimonio artistico murario millenario hanno letteralmente rivoluzionato perfino i percorsi turistici di fruizione artistica della maggioranza degli appassionati d’arte. A fronte della tendenza originaria da parte delle amministrazioni a cancellare queste opere artistiche, che “imbrattavano la zona”, oggi l’inclinazione è quella di valorizzare e spingere queste esperienze che si radicano nella storia dell’arte e si lanciano verso le forme artistiche di domani.