Nature morte, paesaggi urbani, personaggi quotidiani, il tutto ha un’insolita vitalità nei dipinti iperrealisti di Francesco Stile.
«Istantanee di vita quotidiana», così Francesco Stile definisce i suoi dipinti iperrealisti. Artista napoletano, classe ’65, Stile si dedica alla pittura per puro caso, fin dall’adolescenza, sebbene l’arte rientri nel DNA della famiglia, la madre e soprattutto il nonno erano pittori vedutisti napoletani, ma la vocazione alla pittura appartiene anche ad uno zio e due cugini.
«Mi sono sempre espresso in modo istintivo –racconta l’artista – dalla mia prima scatola di colori ad olio, dalla mia prima sfumatura, scattò in me la passione per i colori e mi resi conto che non li avrei più lasciati. Nei primi anni mi sono dedicato ai falsi d’autore frequentando lo studio del pittore figurativo Carlo Roberto La Volpe. Nel 2000 ho iniziato ad esprimermi con l’iperrealismo, ispirandomi prevalentemente a nature morte ma non solo, alterno anche con dipinti urbanistici e figurativi».
Le sue opere denotano incessante ricerca ed insolita vitalità. Il pennello è intriso dello stesso spirito della fotografia, ma più ambizioso perché Stile non immortala la realtà, la crea, il mondo prende vita dalle sue mani e si concretizza con colori ad olio su tela di lino, suoi peculiari supporti. Un mondo dunque bidimensionale, che si può vedere ma non toccare, anche se l’immagine di una cosa o la cosa stessa ai nostri occhi non fa la differenza, la fa per gli altri sensi, eppure si potrebbe giurare che i semi fuoriusciti da una melagrana spaccata siano viscosi; che dei funghi posati su un tavolo se ne senta l’odore dell’umido terriccio che ancora li ricopre; che dei mandarini raccolti in un cesto se ne senta il sapore agro-dolce; che dei bicchieri in piedi sulla loro base o rovesciati perchè “esausti” se ne senta il suono del contatto del cristallo.
A far da sfondo alle “nature morte” di Francesco Stile il più delle volte sono i piani bianchi, grigi o neri delle tavole su cui sono poggiate; i dipinti urbanistici o figurativi presentano talvolta sfondi di ambienti.
Nelle opere del pittore iperrealista, l’amore per il vero è in perfetta sintonia con un altro elemento fondamentale, la luce. Ogni soggetto è irrorato da realistici riflessi di luce. In queste ed in molte altre scelte stilistiche riecheggia un certo gusto caravaggesco, non a caso da sempre è il Merisi l’autore preferito da Stile.
Per dare alla realtà un senso “iper-realistico”, Francesco Stile non solo stimola i cinque sensi ma evoca nei suoi dipinti iperrealisti anche il peso di quei soggetti:
«Smetto di dipingere un quadro quando ci vedo dentro l’aria e quando i soggetti hanno il loro giusto peso. Mettiamo che decidessi di dipingere tre aste perfettamente uguali, sia per dimensioni sia per colore, ma di materiali diversi. Farò in modo che si percepisca il giusto peso di ognuna, dando la sensazione di capire qual è quella di legno, quale quella di plastica, quale quella di ferro», afferma il pittore.
Tra i vari progetti in cantiere, Francesco Stile esporrà, nei mesi di febbraio-marzo, in una collettiva presso la galleria londinese Plus One Gallery.
[di Redazione]
Flavia Tartaglia
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