«Questa è la conclusione di una storia, una storia di sintonia, in fondo dopo l’amore, dopo il fidanzamento, dopo tanti anni di somiglianza, ci si sposa», così Gino Paoli racconta il ‘lieto fine’ della sua ‘lunga storia d’amore’ con la città di Napoli, da ieri pomeriggio, difatti, il cantautore genovese è ufficialmente un cittadino onorario napoletano. Il conferimento della cittadinanza è avvenuto nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza del Sindaco Luigi De Magistris, dell’Assessore alla Cultura Nino Daniele, del Presidente del Consiglio comunale Raimondo Pasquino.
Tra le motivazioni del riconoscimento senza dubbio la storica vicinanza di Paoli alla città ma soprattutto ai napoletani, «Il Maestro ha sempre portato Napoli, ma in particolar modo il suo popolo, nel cuore, nei suoi testi, nei suoi messaggi, nei tratti significativi della sua vita», spiega De Magistris; il legame tra il cantautore e ‘‘O Paese d’o mare’ è lungo e antico: dallo Shaker Club al teatro San Carlo, dai suoi primi grandi successi come la Gatta, Sapore di sale, il Cielo in una stanza cantati da giovanissimo nel locale sul lungo mare di Angelo Rosolino, al trionfo al teatro Politeama nel ’65 o al teatro Augusteo nel ’96, un inarrestabile ‘relazione’ raccontata spesso con la composizione o l’interpretazione di brani in dialetto napoletano, e fatta oltretutto di svariate collaborazioni, sodalizi artistici, musicali, con importanti personalità partenopee, fino all’ultimo progetto con Danilo Rea titolato “Napoli con amore”, «Oggi qui Lei ha la restituzione da Napoli con amore di questo suo amore», dichiara Nino Daniele al cantautore.
Se in ogni matrimonio ben riuscito la prima immancabile caratteristica è la sostanziale somiglianza, per poter esser complici, capirsi fin laddove nessuno arriva mai, Gino Paoli è tanto complesso, contraddittorio, passionale, sobrio ed elegante al contempo, libero, autentico, bonariamente anarchico ma intimamente filosofo, poeta, capace di includere, di incrociare svariate ‘contaminazioni’ (culturali, musicali), incorruttibilmente sperimentatore, con una ‘biografia’ difficile e molti momenti drammatici dai quali volta per volta ha riconquistato il valore della vita… proprio come Napoli, «Io ho scritto un disco che si intitola “I semafori rossi non sono Dio”, a Napoli si dice che i semafori rossi non siano una regola ma un consiglio, beh, la capacità di poter discutere una regola, di interpretarla, di non dare per definitivo niente, mi corrisponde totalmente, Napoli è come me stesso», racconta con ironia Paoli, forse è questo ‘dettaglio’ quel “piccolo gesto così logico” che gli ha fatto capire che Napoli è per sempre la ‘sua’ Napoli?
«”Oggi è tutto così veloce che non ci accorgiamo nemmeno cosa stiamo vivendo, io invece voglio accorgermi di ogni cosa, della dolcezza di mia moglie, dell’affetto dei miei figli, voglio guardare il mare, voglio accorgermi di vivere”, questo è un concetto autenticamente napoletano», afferma Nino Daniele dopo aver dato lettura di una citazione di Gino Paoli.
La delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria si incontra con un altro merito: il grande sostegno che il “libero pensatore” ha ulteriormente dimostrato verso Napoli e la sua musica, l’artista, difatti, da Presidente SIAE, ha stanziato un notevole contributo a favore dell’Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli «Ecco perché questo è un momento simbolico dove non si dà solo un riconoscimento ma si dà un segnale forte di come la cultura, la musica, la bellezza, l’arte sono un’operazione in contrasto al degrado e di contrasto alla criminalità», afferma il Sindaco.
L’ultima parola è data significativamente alla creatività, Gino Paoli racconta come il film Oscar La Grande Bellezza, interpretato da un eccezionale Toni Servillo, anch’egli compreso da poco tra i cittadini onorari di Napoli, abbia «mosso qualcosa che chi comanda, chi fa politica, dovrebbe imparare immediatamente, la ‘grande ricchezza’ dell’Italia e di Napoli è la creatività, la sua capacità di creare, la sua capacità di bellezza»; la ‘parola’ passa infine alla diretta conseguenza della creatività, il futuro: al termine della cerimonia, tra applausi e standing ovation, dopo la consegna della medaglia d’oro della città al Maestro cittadino onorario di Napoli, e la firma apposta sul libro d’onore, l’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli ha eseguito un brano in celebrazione e in saluto del cantautore.
Tantissime le persone accorse per l’occasione,«Quando le emozioni e la musica diventano intergenerazionali, stasera sono presenti i piccolissimi e i diversamente giovani, vuol dire che sei entrato nella storia e che sei un grande –afferma De Magistris- Oggi Napoli con la cittadinanza al Maestro Paoli è più ricca umanamente e culturalmente, e se noi iniziassimo a mutare i nostri punti di riferimento e capissimo che le risorse umane sono più importanti delle risorse economiche e che la persona è più importante del capitale forse restituiremmo valore alla nostra vita».
[di Redazione]