È la dannazione che genera pensieri, da essi prendono forma le parole… E se un giorno smettessi di dipendere dai miei pensieri, se l’impatto con la realtà fosse una tenue melodia che mi assopisse la ragione? Beh sarebbe la morte, la nascita di un dolce incanto, l’amore di una fusione d’anime… Se lo facessi sarebbe d’incanto commedia… Intraprenderei d’un tratto quella vostra strada così giusta che saprebbe portarmi alla disperazione di una Parola, quella mia… Mi ritroverei a chiederti perché, se pur amandomi, mi priveresti della mia Parola… Accantonate in un angolo buio dell’immaginazione, lì ferme, a far spazio ai gesti che eclissano ogni ragione, la Mia Parola… Se di lei ne faccio arte, vita, ispirazione. Se per lei creo donando forma nuova all’illusione… Mi chiederei, tacitamente imponendomi nel riversare tanta premura in un silenzio, se poi, se mai, amando me, Amore, escluderesti Lei, che fu cornice di un tempo nostro, sempre fuori gioco, sempre troppo presto e mai tardi… Ti chiederei, servendomi di Lei, perché mai dovrei scegliere tra la gioia e la disperazione, se tu, se di noi, io gioisco disperatamente e infinitamente rendo un grazie a Lei, a quella parola che si veste di niente, Troppo niente, per far si che non perda mai forma e consistenza. Tu la vedi, mentre io la sento. Tu l’osservi, mentre io di lei mi servo… La scruti per capirne l’origine, ma essendo sostanza di un pensiero la sua origine altro non può essere il vertice della profonda ragione che mi spinse, che ti spinse a seguirla nel suo vortice immutato del nostro tempo fuori tempo, per questo momento fuori gioco… Perché vedi Amore, se un giorno mai io ti affidassi a Lei, dimora dei giorno miei, mai potrei chiederla resa, perché Lei è ninfa, viscerale bisogno di plasmare a piacimento un ecclesiastico momento… Perché senti Amore, l’amaro del mio a te donarmi è come il giorno che piano muore, è la rinuncia più amara, per la mia Parola che fu data in quel momento in cui scelsi clamorosamente di restarle eternamente fedele… Benché tu ne conosca la provenienza, il fuoco che la forgiò rendendola impenetrabile e fiera ad ogni battaglia, vedi, mi vedi Amore, nulla potresti mai contro ciò che io scelsi di non restituire al mondo, per quanto avido mai capace di inaridirmi in quella Parola, muro con radici profonde nel mio scegliere di non essere…
-Antonia Salvati-