Alla scoperta della Eat Art: arte e cibo ancora una volta insieme, alla personale di Daniel Spoerri a Modena.
Quest’anno, con l’avvento dell’Expo, sono moltissime le mostre in cui è possibile vedere come il cibo sia stato interpretato e reinterpretato durante quasi tutto il corso della storia dell’arte. Anche la città di Modena ha deciso di prendere parte a questo processo proponendo un evento davvero imperdibile per tutti coloro che sono curiosi di vedere come il cibo possa costituire un arte-fatto.
La mostra dove ciò accade è “Daniel Spoerri. Eat in Transformation”, fruibile fino al 31 gennaio 2016 presso la Galleria Civica di Modena.
Daniel Spoerri, nato come ballerino e coreografo, è divenuto celeberrimo negli anni Settanta per due motivazioni su tutte: pur trattandosi di arte visiva, le sue opere non consistono esclusivamente in tele ma in interessanti collage in cui degli oggetti decisamente in rilievo divengono parte delle tele stesse; la corrente della “Eat Art”.
Infatti, molto prima che l’Expo sottolineasse quanto sia importante riflettere sul cibo, diversi artisti del secolo scorso hanno colto l’occasione per riflettere non solo sul cibo in sé ma anche su ciò che è il ‘contorno’, come ad esempio il modo di stare a tavola. L’esempio più facile da fare in tal senso resta ancora oggi Andy Warhol, che si filmò mentre mangiava un hamburger (il video si trova ancora oggi su youtube, insieme a quelli di molte altre persone che lo hanno imitato). Nelle opere di Daniel Spoerri si ha invece modo di riflettere su come una tavola si presenta, come viene apparecchiata, che aspetto ha quando alla fine del pasto tutto viene disposto in maniera casuale e, soprattutto, si può osservare come questa casualità generi ciò che sono effettivamente opere d’arte.
I lavori firmati da Spoerri in esposizione a Modena permettono di osservare gran parte dell’evoluzione della Eat Art dell’artista stesso. Le opere in esposizione spaziano dai multipli cinetici ai tableux-pièges, questi ultimi sono i quadri ottenuti grazie all’assemblaggio di oggetti di uso comune ribaltati. Inoltre, sono presenti anche le famose sculture composte da residui di cibo e stoviglie intrappolati nella resina, ospitate anche al MoMa di New York.
Oltre alle opere di Spoerri, una parte della mostra è composta da una sezione documentaristica: molti appunti dell’artista e diverse sue lettere, testimonianze del rapporto di Spoerri con artisti del calibro di Duchamp, Man Ray, Oppenheim, Vautier e Tinguely.
[di Ambra Benvenuto]