“Icons” è il nome dato alla retrospettiva dedicata al grande fotografo internazionale Elliott Erwitt. La mostra è stata presentata il 6 aprile presso la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada di San Gimignano, in provincia di Siena.
L’evento vuole essere un omaggio a Erwitt, fotografo professionista di fama mondiale, nato in Francia da genitori di origine ebrea, ma cresciuto dapprima in Italia e poi a New York, città dove si trasferì con la famiglia quando nel nostro paese furono introdotte le leggi antisemite.
A New York si sviluppò la sua passione per la fotografia che lo portò ben presto a entrare a far parte della Magnum Photos, agenzia di cui è ancora membro alla veneranda età di 87 anni.
Erwitt è stato autore di ritratti di personaggi famosi come Marilyn Monroe, Arnold Schwarzenegger, Che Guevara e Jackie Kennedy, ma è noto soprattutto come fotografo della “commedia umana”, come usa chiamarla lui stesso.
Durante la sua carriera Erwitt ha saputo cogliere l’ironia di molte delle situazioni quotidiane che noi tutti viviamo, il puro realismo della quotidianità. Lo humour del fotografo francese è palese ad esempio nella collezione di scatti Museum Watching in cui Erwitt riprende visitatori inconsapevoli di musei di tutto il mondo, mentre ammirano le opere d’arte o si fanno fotografare a loro volta da familiari e amici in posa accanto alle statue.
Particolarmente ironica è la foto scattata presso il Museo del Prado di Madrid. Erwitt riprende un gruppo di visitatori uomini di spalle che ammirano la Maya Desnuda di Goya. Accanto a loro si vede una donna che invece è intenta ad osservare la Maya Vestida, opera dello stesso autore.
In tutte le sue foto, che sono per lo più scatti rubati, improvvisati, Erwitt cerca di cogliere quanto di comico può trasparire dal comportamento umano, ma non solo. Sono infatti decisamente esilaranti anche le fotografie di un’altra collezione dell’autore, ovvero Vita da cani, i cui soggetti, come si evince dal titolo, non sono esseri umani ma cani di tutte le razze, colti in momenti particolarmente bizzarri.
Famose sono ad esempio le foto del Jackrussel che salta accanto al padrone che lo tiene al guinzaglio e quella delle “gambe dei cani” in cui sono state immortalate le gambe di una signora ripresa tra le zampe di un cane di grossa taglia (probabilmente un alano) e un cagnolino di piccole dimensioni, unico soggetto dello scatto che si vede per intero perchè di gran lunga più basso rispetto agli altri due elementi.
Altra foto buffa scattata da Erwitt è quella in cui viene ripreso un uomo seduto su degli scalini, con in braccio un bulldog inglese. La posizione assunta dal signore non ci permette di vederne la testa, che così viene sostituita dal cagnolino che sembra in questo modo avere le gambe.
Alcuni scatti che Erwitt ha effettuato durante la sua carriera sono stati effettuati in diverse città del mondo e molti riprendono comunque momenti comici della nostra vita.
Se osserviamo ad esempio la fotografia che riprende i due innamorati sotto l’ombrello a Parigi, con alle spalle la Tour Eiffel, vediamo che in primo piano c’è un ragazzo che interrompe l’atmosfera romantica creata dalla città francese, i fidanzati e la pioggia, saltando a passo di danza sulle pozzanghere.
Insomma tutti gli scatti raccolti da Elliott Erwitt durante la sua lunghissima ed apprezzata carriera hanno un non so che di irriverente, che irrompe e spezza il solito equilibrio monotono della quotidianità, facendoci riflettere e sorridere su quanto di bizzarro si può creare in una situazione di apparente normalità.
Erwitt per ironizzare sulla contemporaneità inventò anche un suo alter ego, André S. Solidor, protagonista di alcuni degli autoritratti esposti durante la mostra.
André S. Solidor, le cui iniziali compongono la parola inglese “ass”, viene definito da Erwitt come un artista contemporaneo proveniente da una colonia francese. Questo suo alter ego fungeva da ulteriore caricatura alla figura del fotografo contemporaneo avvolto da un’aura di eccessi e stavaganze.
Tutta da ammirare, ma anche da ridere quindi la mostra di San Gimignano che sarà visitabile fino al 31 agosto 2014.
-Magdalena Sanges-