Alla Triennale di Milano è ora possibile partecipare a ben sette mostre in una, tra le quali un’istallazione che vibra ogni volta che in Italia cade un fulmine
“Ennesima” è il nome dell’esposizione dove è possibile visitare sette mostre differenti in una, tutte unite da un solo flusso narrativo: le affermazioni sull’arte italiana degli ultimi 50 anni. Come ha ben espresso il curatore della mostra Vincenzo de Bellis: «Tutti dovremmo essere consapevoli del fatto che raccontare la storia dell’arte italiana con una mostra è impossibile ed è anche sbagliato. Chi pensa di poterlo fare è un mitomane. Spezzettando il problema in piccoli sotto temi probabilmente si è un po’ più precisi rispetto a quello che si può essere tentando di essere onnicomprensivi».
Il titolo è ispirato ad un’opera di Giulio Paolini, anch’essa in esposizione, intitolata “Ennesima (appunti per la descrizione di sette tele datata 1973)”, ripartita appunto in sette tele.
L’esposizione raccoglie 120 opere di oltre sessanta artisti operanti nel periodo che va dagli anni Sessanta all’attualità. La mostra si apre con una collettiva che segue il tema della scrittura d’immagine per poi proseguire con quello dell’immagine della scrittura e della poesia visiva.
Il piano superiore dà spazio alle opere di Alessandro Pessoli. Non manca una sezione dedicata alla performance, che appare ancora un modo assolutamente nuovo di fare arte.
Altre sale sono quella dedicata all’esplorazione dell’archivio dello Spazio di via Lazzaro Palazzi e quella in cui è possibile osservare la collettiva di artisti emergenti con lavori datati proprio 2015.
“Ennesima” comprende anche una mostra site-specific: i “Temporali” di Alberto Garutti, un’installazione composta da 200 lampade alogene che si illuminano nel momento in cui un fulmine cade in Italia.
Il passaggio da una stanza all’altra è segnato da interventi di Massimo Bartolini.
Lo spettatore ideale di “Ennesima” è colui che vuole provare a farsi un’idea di ciò che è l’arte contemporanea attuale, in Italia.
La mostra è visitabile presso la Triennale di Milano fino al 6 marzo 2016.
[di Ambra Benvenuto]