Il cantautore per definizione avrebbe compiuto oggi settantacinque anni. Tanti gli omaggi alla sua arte, al suo pensiero, al suo mito.
GENOVA – Il 18 febbraio di settantacinque anni fa nasceva Fabrizio De André, il cantautore che avrebbe segnato l’intero corso della musica italiana. La sua poesia in musica ha rinnovato e dato respiro all’intero movimento cantautorale della musica italiana. Tante le generazioni cresciute nel segno dei versi dell’immenso Faber che ancora oggi, a sedici anni dalla sua scomparsa, accompagnano la vita degli appassionati di tutte le età. Un cantore di tutto quanto riguardi l’esistenza umana e le sue innumerevoli turbinazioni emotive, sociali e sentimentali. Un ateo spirituale dall’animo libertario e ribelle che ci ha lasciato un enorme patrimonio musicale e poetico: questo è Fabrizio De André.
I PRIMI VERSI – È verso la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta che possiamo rintracciare il Faber più autentico, più genuino e combattivo. Sono questi gli anni dell’esistenzialismo di protesta, come fu definito il particolare genere di cui era vistoso rappresentante, che vedeva nell’impulso anarchico e individuale il motore del cambiamento storico e della narrazione letteraria del reale. Ben lungi dal puro individualismo di matrice di nietzschiana memoria, il De André pensiero connetteva in un tutt’uno ideologico l’apporto collettivo agli anni della contestazione e il motore della mobilitazione intellettuale degli intellettuali. È per tali motivi che negli anni della protesta al centro della produzione del cantautore vi fossero ampi stralci di racconto collettivo di quegli anni (Tutti morimmo a stento) e narrazione romanzata degli umili, degli schiacciati, degli emarginati.
LO SVILUPPO DI UN PENSIERO – Con la maturità la lirica di De André si arricchisce di contenuti spirituali e religiosi legando la narrazione politica allo spirito predominante nella concezione del mondo delle masse. L’apporto religioso nel pensiero di De André si caratterizza del tipico cristianesimo libertario alla Tolstoj, fatto di recupero dei valori sociali della cristianità e dello sviluppo di un modello sociale senza classi sociali e dominio sugli oppressi. È fondamentale inquadrare la poetica del cantautore genovese all’interno del suo orizzonte politico-culturale di appartenenza, senza questo passaggio si finirebbe per ridurre i suoi versi a nenie complesse e autoreferenziali. Comunque la si pensi è questo il senso profondo dei più celebri capolavori della produzione di De André, come La guerra di Piero, Il testamento di Tito, Canzone del maggio, Il bombarolo o Crêuza de mä.
LE COMMEMORAZIONI – Per comprendere quanto ancora oggi siano attuali i versi e i pensieri di Faber basta osservare quante siano le iniziative e spettacoli organizzati in suo onore ancora oggi. Basta pensare allo spettacolo “Le cattive strade” messo in scena al teatro Vittoria di Roma da Andrea Scanzi e Giulio Casale, alla commemorazione ad Alzano Lombardo dove il gruppo Terre Miste organizzerà un concerto tributo proprio nel giorno dei suoi settantacinque anni, fino alle decine di iniziative messe in scena nella sua Genova e nella sua Liguria.