Torna a gran richiesta Ferdinando. Riuscirete a resistere al suo fascino?
FERDINANDO – Dall’opera di Annibale Ruccello, messa in scena per la prima volta nel 1986, nasce “Ferdinando”, per la regia di Angelo Iozzi. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno al Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco e a Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, torna domani, domenica 29 gennaio, alle 18.30, presso il teatro Summarte di Somma Vesuviana, questa geniale commedia teatrale. A portarla in scena ancora una volta La Compagnia Quadrifoglio, con Silvia Spina, Letizia D’Aniello, Onofrio Ogliastro e Mattia Ferraro. Già alla prima rappresentazione la compagnia si è aggiudicata il premio “Miglior spettacolo”, alla seconda rassegna nazionale di Portici in Teatro, vincendo sugli ottanta lavori presentati e ottenendo il premio FITA Campania Felix 2015 per la migliore attrice non protagonista, Letizia D’Aniello, nel ruolo di donna Gesualda.
LA TRAMA – Nel 1870, periodo di insorgenza, la baronessa Clotilde trascorre le sue noiose giornate a letto, giustificando il suo voler evitare i cambiamenti del corso storico mostrandosi almeno in apparenza ammalata. Ad assisterla la fredda e casta donna Gesualda, una parente povera e zitella, che le fa da serva in cambio di ospitalità. Unico legame delle due donne col mondo esterno è don Catello, parroco della piccola chiesetta di campagna, il solo al quale sia concesso accedere alla dimora. A sconvolgere la quiete e la monotonia della ricca abitazione arriva Ferdinando, giovanissimo nipote della baronessa, dalla bellezza innocente e angelica. La presenza del ragazzo porta il caos più totale nella casa e i protagonisti iniziano a rivelarsi per quel che sono veramente, dando sfogo ai loro desideri più nascosti. Ad intricare ancor di più la vicenda la presenza di un misterioso cofanetto con un prezioso contenuto. «Un testo non facile – spiega il regista Angelo Iozzi – impegnativo anche fisicamente poiché tutto giocato con soli quattro interpreti, sulla complessità e la fragilità della natura umana. Un viaggio introspettivo per ognuno dei quattro personaggi che, vinti dalle circostanze e dalla repressione delle emozioni più forti e naturali come l’amore e l’odio, la passione e l’ambizione, il delirio della carne e quello venale, mostrano pian piano il proprio lato più oscuro, le proprie fragilità e porta in un crescendo continuo al delirio dei sensi. Il Ferdinando di Ruccello potrebbe essere considerato un dramma “divertente”, ma non manca di genio e in pieno accordo con l’insegnamento di Eduardo non c’è che dire: alla chiusura del sipario, si applaude agli attori, ma anche a se stessi, perché senza dubbio se ne esce migliorati». Non resta quindi che aspettare domani per entrare in casa della baronessa e scoprirne i suoi segreti.
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[di Magdalena Sanges]