L’uomo Francesco Santagata racconta il musicista tra impegno e immaginazione
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Francesco Santagata dedica alla musica le sue giornate. Lontano dal diffuso mal pancismo, ha avuto la forza di costruire autonomamente il suo percorso, in affinità ai suoi ideali. Ad oggi è un musicista impegnato tanto nella produzione solistica, quanto nell’affiancamento teatrale passando per la musica di strada e la didattica musicale. Tutti tratti che affiorano dal suo amore per la musica, fin dalla tenera età.
«Sono cresciuto in provincia di Caserta, precisamente a Lusciano, nel bel mezzo della terra dei fuochi. Dal momento che fino alle fine del liceo della scuola non volevo saperne proprio nulla (anche perché è stato un periodo terribile), mi sono impegnato nell’imparare a suonare uno strumento per frequentare la Zoo, la sala prove di Salvatore Prezioso e Fausto Tarantino (musicisti di una band fantastica che si chiama Bastian Contrario). Come sarò sempre grato a mio padre, un ascoltatore ossessivo di musica con una cultura musicale tale da far invidia a Piero Scaruffi, per avermi comprato prima una chitarra classica e poi un basso elettrico, riempiendo, di fatto, il vuoto e lo sconforto della mia adolescenza».
Tutti questi elementi hanno rappresentato un terreno fertile sul quale costruire lo studio della musica: «Ho cominciato a studiare musica da autodidatta, quasi da ossessivo compulsivo. Ne ho sempre ascoltata moltissima ed è stato naturale muovere i primi passi cercando di imparare ad orecchio i brani che mi hanno segnato, per poi, sempre ad orecchio, comporre qualche orribile melodia che ho gelosamente custodito in alcune cassette che spero non ascolterà mai nessuno. Confrontatomi con alcuni maestri sulla teoria musicale e sull’armonia, ho nuovamente ripreso i miei studi da autodidatta, aggiungendo i sintetizzatori (verso cui provo una sorta di feticismo) e le tastiere agli strumenti che utilizzo stabilmente».
Dai banchi alla cattedra, Francesco Santagata ricopre anche ruoli didattici effettivamente delicati: «Attualmente, grazie all’associazione Realtà Futura, sto affiancando l’insegnate di musica di alcune sezioni di una scuola media napoletana e questo mi ha, ovviamente, spronato a rimettere mano alle basi della teoria musicale. Con la stessa associazione faccio parte anche del progetto Alluccamme che, tra le varie cose, prevede un laboratorio di musicoterapia per bambini dai sei ai dieci anni. Tutto questo, devo ammettere, mi sta divertendo davvero molto».
Da tempo Francesco Santagata compone per il teatro e sul suo rapporto con la
composizione per la scena le sue parole a riguardo sono davvero ben pesate: «Comporre per il teatro ha significato trovare la dimensione adatta per una musica rarefatta, eterea e sospesa come la mia che effettivamente si presta molto bene ai movimenti scenici degli attori e all’utilizzo di una drammaturgia.
Il teatro è stato il mezzo più funzionale per collegare, in maniera chiara, la complessità di alcuni contenuti alla materia per lo più strumentale che caratterizza i miei brani (anche se negli ultimi spettacoli che ho musicato, Celeste di Fabio Pisano e Le Cinque Rose di jennifer di Domenico Ingenito, al centro del lavoro più che gli strumentali, ci sono state la voce e la forma canzone).
Un’altra cosa che ho amato molto del comporre musica per il teatro, è stata la flessibilità cui questo tipo di mondo ti costringe: quando devi trovare, un compromesso tra te, il regista e chichessia, stai sicuro che la prima cosa che ti verrà in mente non sarà quasi mai quella giusta e prima di trovare un equilibrio tra ciò che soddisfa le tue aspettative e quella delle persone con cui stai lavorando, ne dovrà passare di acqua sotto i ponti (a parte, ovviamente, rarissimi e magici casi). Insomma, da quello che ho potuto sperimentare nella mia modesta esperienza, in questo tipo di lavoro non esistono comfort-zone e questa particolarità tende a spronarmi rendendomi radicalmente più produttivo».
Non solo il teatro: Francesco Santagata è impegnato su tanti, diversi fronti.
«Un altro spazio che mi dà tantissime soddisfazione è la strada (qui a Napoli nello specifico, sono spesso tra via Toledo e il lungomare) in cui mi esibisco con una compagnia a cui tengo molto che si chiama Dal Pian Terreno e che ha realizzato uno spettacolo chiamato in Volo fatto di acrobatica, teatro di strada e musica dal vivo; oppure potete trovarmi in duo con Viviana Ulisse: proponiamo un repertorio che si muove tra balfolk, musica irlandese e robe varie. Quando invece vado in giro col trio che ripropone i miei brani (di cui fanno parte, oltre me, Marcello Vitale e Viviana Ulisse) in una versione che si potrebbe definire tranquillamente “da camera”, mi muovo tantissimo tra spazi liberati (che sono ancora abbastanza folli da puntare su una proposta strumentale e sperimentale) e club molto fuori dalle righe. Al momento, dopo un periodo più o meno denso di date, mi sto prendendo una piccola pausa per mettere mano ad alcuni progetti che sono stato costretto ad accantonare.
A ogni modo, potete trovare la mia musica e tutte le belle cose che faccio anche su alcuni “spazi” digitali che sono: Facebook e bandcamp in primis ma è possibile trovarmi pure sui vari youtube, soundcloud, spotify etc.. semplicemente cercando “Francesco Santagata».
[Antonio Mastrogiacomo]