Conosciamo meglio chi erano i Gruppi Armati Patriottici che combatterono una Resistenza fatta di guerriglia urbana, grazie al libro di Giovanni Pesce
Articolo di MARCO COPPOLA
Se siamo riusciti ad uscire dalla seconda guerra mondiale e dall’invasione tedesca delle nostre terre, ciò lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di eroi e patrioti che fucile in spalla e bandiera rossa nel cuore hanno dato vita alla Resistenza. Tanti sono i nomi, i racconti e le esperienze dirette che affollano libri, film, romanzi e spettacoli teatrali. Mentre il racconto ufficiale ci dice di una Resistenza che ha funto da “aiuto” alla vera liberazione che fu quella degli americani (mai menzogna e ingiustizia simile fu più grave di questa), oppure della guerra civile che vedeva fratelli rossi contro fratelli neri che rappresentavano lo stesso speculare annichilimento di un tempo troppo brutto per essere vissuto.
La verità è che la Resistenza è tutt’altro e anche il schiacciamento sulla retorica del partigiano di montagna o del Gruppi Armati Patriottici che animavano la guerriglia di città. Di resistenze ce ne sono state tante o meglio la Resistenza è stata di molti, è stata lotta di popolo: quella delle donne, cui mai viene data sufficiente giustizia, quella di chi andò a combattere al fianco del Maresciallo Tito nel nord est, quella dei soldati italiani che decisero di non tradire la propria gente ma di organizzarsi contro le truppe nazifasciste. Attorno a tutto questo che si smuove la storia dei GAP che traccia Giovanni Pece nel suo Senza Tregua. I gappisti restano i protagonisti assoluti dello scritto ma in compagnia di tutti gli altri protagonisti, quelli che non trovano di solito spazio nei libri di storia ma che la storia l’hanno scritta.
Chi furono i gappisti? Questa la prima domanda cui troveremo risposta in questo libro. Furono essi, infatti, nuclei di patrioti che diedero la caccia all’invasore e oppressore nazista, per l’appunto, senza tregua. Senza tregua erano pronti a colpire il nemico, e lo fecero di giorno, di notte, in città come in campagna. Chi è intenzionato a conoscere la storia di questi valorosi eroi e protagonisti di quello che possiamo definire il punto più alto che le masse popolari abbiano mai raggiunto nella loro lotta per il potere.
[di Marco Coppola]