Arriva la 72° Mostra Internazionale del Cinema, quest’anno c’è una grande novità: il Premio al miglior film sulla difesa dei diritti umani.
Come ogni anno torna puntuale l’appuntamento con la tanto attesa Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, giunta ormai alla sua settantaduesima edizione.
Un clima di festa invade quindi il lido veneziano che di questi tempi, come sempre, si presenta invaso da turisti speranzosi di poter vedere da vicino la propria star preferita. Fino al 12 settembre infatti il red carpet sarà una continua sfilata delle più importanti stelle del cinema di tutto il mondo.
L’edizione di quest’anno però porta con sè una grande novità, frutto probabilmente della necessità di affrontare tematiche importanti che rendano ancora una volta il cinema una forma di diffusione della cultura.
“Il cinema per i diritti umani” è il nuovo premio collaterale inserito all’interno del festival per dare voce a chi purtroppo da solo non può farsi ascoltare.
Sono tanti ormai i registi italiani e internazionali impegnati nel sociale e per fortuna abbondano le pellicole aventi come tema principale argomenti come l’omosessualità, la violenza in ogni sua forma, la condizione del migrante o tutti quei problemi che da tempo sono entrati a far parte della quotidianità delle persone.
Il 2015 è l’anno in cui si festeggiano i quaranta anni dalla nascita di Amnesty International, organizzazione internazionale indipendente da sempre impegnata nella tutela dei diritti umani, ecco perché la Mostra del Cinema di Venezia, diretta da Alberto Barbera, ha deciso di introdurre nel programma il premio al miglior film sulla difesa dei diritti umani in collaborazione con Amnesty.
La giuria è presieduta da Veronica Pivetti, regista di “Né Giulietta né Romeo“, film che tratta la storia di Rocco, adolescente omosessuale che si trova a scontrarsi con la famiglia per coronare il suo amore impossibile.
Insieme alla Pivetti valutano i film in rassegna anche Giovanna Gra, sceneggiatrice dello stesso film, Gabriele Niola, critico cinematografico, Sergio Di Giorgi, responsabile di Amnesty International Sicilia e Riccardo Noury, portavoce dell’organizzazione.
Il cinema in effetti non nasce solo come strumento di intrattenimento, ma anche come fondamentale mezzo di diffusione dell’informazione. Tutti riescono ad identificarsi con i personaggi di un film, ecco perché si spera che in questo modo chiunque possa finalmente rendersi conto di come si possa sentire una persona alla quale vengono violati i propri diritti più banali.
[di Magdalena Sanges]