La vita di Renè Burri e il suo legame indissolubile con la foto più importante che la sua macchina abbia catturato, Che Guevara all’Avana
Ci sono dei personaggi che scrivono la storia con le loro opere, imprese e gesta ce ne sono altri che la scrivono raccontando quello che i primi fanno, e questi ultimi, se ci pensiamo, gli artefici stessi di quelle gesta, senza di loro la storia o il movimento con cui gli uomini fanno la loro storia non la conosceremmo per come la conosciamo oggi. Renè Burri faceva parte della seconda categoria di personaggi e ne è, a pieno titolo, uno dei più autorevoli esponenti. Ha raccontato della guerra in Vietnam, immortalato Picasso nella celeberrima maglia a righe, Le Corbusier, Giacometti e lo scatto cui il suo nome è finito per essere legato in eterno, la fotografia di Ernesto “Che” Guevara che fuma il sigaro.
Era un artista completo Burrì, amava la fotografia ma più di essa amava il cinema e il documentario, ed è da lì che è partito, poco più che adolescente, nel muovere i primi passi di una carriera che lo avrebbe portato altrove: il reporter fotografico. Nel ’59 fa il primo salto nella storia realizzando per la rivista Life un servizio, tra i primi nella storia, su bambini sordomuti. Da questo momento una scalata continua e una fulminante ascesa che lo porterà a immortalare i funerali di Kennedy, Gorbaciov, Nasser, nave spaziali della NASA, Ronald Reagan, piazza Tian’anmen come alcune delle migliaia di tappe che il fotografo, autodefinitosi clown, ha catturato con l’obiettivo della sua macchina.
Uno degli eventi che egli stesso ha messo come centro della sua carriera e della sua immagine pubblica è stato l’incontro, mentre lavorava a Cuba, con Che Guevara, che fu da lui fotografato durante un intervista ad un giornale americano. La foto, inutile dirlo, oggi campeggia su maglie, accendini, quadri e ovunque si ricordi l’immagine del rivoluzionario argentino. La foto a Cuba e la vita di Renè, foto di uno che ha trasformato il modo di vedere la realtà di intere generazioni e la vita di chi con umiltà, estro e passione ha raccontato di quell’uomo rendendo alla storia una delle sue raffigurazioni più rappresentative, il legame indissolubile tra chi scrive la storia e chi la racconta.
[di Marco Coppola]