Max Papeschi, autore, regista teatrale, televisivo e cinematografico approdò alla digital-art per rappresentare uno dei suoi spettacoli. Un gallerista di Milano notò le sue creazioni e gli chiese di esporle. Nel tempo Papeschi espose i suoi lavori in gallerie in giro per il mondo. La peculiarità del suo fare arte è la critica, la provocazione, l’ironia, la caricatura, la beffa con cui invita a riflettere su quello che accade intorno a noi.
Papeschi da sempre ‘monta’ volti di fumetti, cartoni animati, personaggi Disney che hanno cresciuto generazioni, su corpi di adulti in contesti intrisi di violenza, ipocrisia, ingiustizie, prevaricazioni. Ogni personaggio ha un’espressione beata, un sorriso caricaturale. Alcuni esempi: Ronald McDonald spalanca le braccia gioiosamente davanti ad Auschwitz; Bart e Lisa Simpson si sono uniti in un matrimonio incestuoso e faranno la loro luna di miele a Guantanamo; Hello Kitty è finita in un carcere mexicano; Topolino è un nazista; i Muppets sorridono in pose da matrimonio mentre alle loro spalle la casa è in fiamme; Minnie e topolino sorridono in abito da matrimonio davanti all’esplosione atomica.
A ‘prestarsi’ come icone per l’arte provocatoria di Papeschi è anche la politica, la religione, i media: Gesù sulla collina di Hollywood, o con connotazioni da automa/golem; Gesù bambino con una cintura esplosiva come un terrorista suicida; il Papa è un bambino nero; la Coca Cola usa dirigibili pubblicitari per sganciare bombe incendiarie; il profumo di Coco Chanel diventa “Hitler n° 5”.
Se, dunque, l’artista usa spesso come protagonisti soggetti con volti di cartoni animati o di bambini, è proprio perché non vuol parlare di innocenza, bensì si serve della loro rinomata purezza per condannare metaforicamente gli adulti che assumono comportamenti infantili, violenti, cinici, adulti condannati ad un’infanzia perenne, responsabili tanto del crollo dell’economia, quando delle speculazioni, dei principi negati, della violenza.
Niente è lasciato al caso, quella di Papeschi è un’arte sicuramente di forte impatto e riflessione individuale e sociale.
[di Magdalena Sanges]