Fotografie Courtesy Fondazione Morra, Napoli
Articolo e fotografie di DEBORAH BOZZA
“Un tema fondamentale del mio teatro d’azione consiste nello sventramento di una pecora scuoiata, crocifissa a testa in giù. Lo intendo come un processo pittorico dilatato. L’attore (il pittore) scava con entrambe le mani, sino ai gomiti, fra le viscere sanguinolente. Sangue e acqua bollente schizzano sul panno bianco. Le viscere e le interiora che io premo e impasto sono per me colori pastosi che distendo sul quadro”, queste le parole di Hermann Nitsch (Vienna 1938), esponente dell’Azionismo pittorico, in mostra fino al 28 febbraio 2015 al Museo Nitsch di Napoli.
Il curatore Michael Karrer, critico d’arte tedesco, ha selezionato per l’evento ottanta dipinti provenienti dal Nitsch Museum di Mistelbach (Vienna). Gli ottanta shuttbilder, dipinti versati, così definiti per le modalità di stesura del colore, evidenziano il significativo legame con l’Orgien Mysterien Theater (il teatro delle Orge e dei Misteri) fondato da Nitsch nel 1957.
“La mia pittura d’azione è la grammatica visiva del mio teatro d’azione sulla superficie (di un dipinto)”, affermava Hermann Nitsch. Difatti, il suo azionismo performativo si incontra, si intreccia con l’azionismo pittorico per non lasciarsi mai più.
Influenzata dalla filosofia di Friedrich Nietzsche e dalla psicoanalisi di Freud, la pittura di Hermann Nitsch indaga gli istinti, scruta i ‘vicoli cechi’ della coscienza umana. L’uomo è nudo. Non esistono tabù, né freni inibitori. La pittura diviene abreazione dell’assassinio, della guerra, della macellazione, l’uomo scende in situazioni archetipiche estreme.
Il gesto pittorico è messa in scena di eventi reali. Il sangue, onnipresente nelle opere di Hermann Nitsch, schizza sulla tela. Il ‘candore’ della stoffa è imprigionato nella tragedia dell’umanità, nei suoi piaceri, nei suoi desideri più inconsci, nella sua ‘natura’.
[di Deborah Bozza]