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I Bronzi di Riace, due capolavori assoluti dell’arte, le tracce della loro storia sono nelle menti di tutti, proprio come sono dappertutto quelle della civiltà greca classica cui appartengono, e, come tali, se da un lato non hanno bisogno di presentazioni dall’altro sono un esempio che non smette mai di ispirare. Quattordici artisti contemporanei di fama mondiale, tra scultori, pittori, architetti, designers, sono stati invitati all’interpretazione dei due guerrieri di bronzo, e, ognuno con la propria personale sensibilità e peculiarità artistica, ad elaborare un’opera il loro onore.
In esposizione le opere di: Bruno Barla, Andrea Branzi, Giuliana Cunéaz, Riccardo Dalisi, Marco Dezzi Bardeschi, Josè Ignacio González, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Franco Purini, Denis Santachiara, Marcello Sèstito, Nik Spatari, Liu Tiefei, Wang Jianzhong.
La stimolante esposizione, ideata e curata Marcello Sèstito, fruibile fino al 31 luglio presso il nuovo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, nasce come una sorta di celebrazione in occasione della riapertura del Museo e del rientro dei Bronzi.
“I Bronzi di Riace, Nostos” è difatti il titolo della mostra calabrese, “Nostos” (Nόστος, Ritorno),come la denominazione attribuita ai poemi epici incentrati sul tema letterario del ritorno in patria di un eroe greco dopo la guerra di Troia, allo stesso modo i due guerrieri sono considerati il simbolo di un commovente ritorno: il 16 agosto 1972 un chimico romano, durante la sua attività di pesca subacquea al largo delle coste ioniche, nei pressi di Marina di Riace, rinviene per puro caso i due corpi bronzei; due corpi potremmo dire “ancora vivi” nonostante i secoli di inabissamento nelle acque del mediterraneo, poiché le loro storie di vita erano per natura imperiture, come solo le storie d’arte sanno essere.
Da quel momento i bronzi iniziano ulteriori fasi altalenanti (fino ad oggi, sebbene dal 1981 abbiano già trovato collocazione definitiva all’Archeologico di Reggio Calabria): oggetti di numerosi restauri hanno spesso dovuto allontanarsi dalla loro sede, ma solo per “ritornare”… ad un rinnovato splendore.
“Nostos” è in un certo senso anche un “Ritorno” alle origini, l’allestimento della mostra comprende una grande aula centrale intesa a ricreare una spiaggia sulla quale sono in esposizione le 14 tele d’artista, a pochi metri dalle due statue, che in una sala appositamente dedicatagli troneggiano nella loro prestigiosa figura in bronzo (in antichità il bronzo era considerato un materiale nobile più del marmo, ancor più importante ad oggi se si considera che sono rare le sculture bronzee sopravvissute) di, rispettivamente, 1.98 e 2.05 metri di altezza; nel loro fiero atteggiamento, vessillo dei più celebri ‘traguardi’ compositivi della statuaria greca; nel loro bellissimo ‘puzzle’ di elementi differenti a creare ‘l’unico’: denti, barba e capelli realizzati a parte, labbra e capezzoli in rame, occhi in calcite, unghie in lamine d’argilla.
Chissà se i due guerrieri di Riace, che tra peripezie e gloria formano una gran bella squadra da circa duemila anni, tra le loro tappe estive di vacanza (come ipotizza il simpatico video promo della regione Calabria) farebbero un’appassionata capatina anche alla mostra!
Video promo regione Calabria:
[di Redazione]
Il Pensiero di Giovanni Postiglione: Il ritorno di un valore sia esso morale o materiale, quando procura crescita intellettuale all’umanità è sempre il segno di un progresso. Cosa si può recuperare del tuo passato? Cosa vorresti rivedere restaurato?