C’è una costante che accompagna ogni epoca dall’alba dei tempi: il mito del Paradiso Terrestre. Un luogo idilliaco il cui paesaggio offre splendide immagini naturali abitate da brillanti fiumi e rigogliosi alberi. L’era della felicità per gli antichi Egizi, l’età dell’oro, dei regni felici, per Latini e Greci, delle isole Fortunate ancora per questi ultimi e delle isole beate per gli Arabi, un luogo di creazione tra delizie e peccati nel libro della Genesi, o la tappa di purificazione delle anime per Dante Alighieri.
Ma qual è ‘oggi’, o come sarebbe, il Paradiso Terrestre? Forse quel posticino incantato dove ritagliarsi attimi di relax in compagna di chi si ama o della parte migliore di sé? O forse un luogo mentale a cui pensare per sentirsi in pace?
A rielaborare e riproporre il mito ‘paradisiaco’ in chiave contemporanea ci pensa il pittore sassarese Pastorello e il fotografo francese Eric Bouvet. La loro intima idea di ‘paradiso terrestre’ è esposta in una doppia personale, titolata rispettivamente “I Giardini dell’Eden” e “Pace, famiglie arcobaleno”, fruibile presso la Pinacoteca Carlo Contini, Oristano, Sardegna.
I GIARDINI DELL’EDEN – Luoghi da rimpiangere ed evocare, che seducono, promettono delizie, abbondanza, sono i Giardini dell’Eden di Pastorello, posti che però rivelano essere trappole visive, ed il ‘bello’ si trasforma in ‘orrore’, il ‘naturale’ è dipinto e la pittura crea l’innaturale eppure fa parte anch’essa del mondo, sicché non è ‘l’innaturale’ l’opposto del ‘naturale’, in quanto sono parte dello stesso mondo, il loro vero opposto è il soprannaturale. Ed allora ecco il caos, ecco l’inconscio e i mondi della mente inconciliabili, eppure non per forza eternamente paralleli, forse nei Giardini di Pastorello si incontrano per creare qualcosa di incredibilmente suggestivo.
PACE, FAMIGLIE ARCOBALENO – Paesaggi e natura ancestrale, incontaminata, fatta, più che di luoghi geografici, forse di luoghi interiori, di valori come il rispetto, la condivisione, è invece Pace, famiglie arcobaleno. Bouvet, probabilmente spinto dalla sua drammatica esperienza di fotoreporter di guerra, decide di allontanarsi dal lato oscuro del mondo, il suo obiettivo cambia e si volta verso la riconquista di un’innocenza e di una pace perduta, cosicché con quello fotografico si interessa a quel modo di vivere tipico delle comunità statunitensi degli anni ’70, le cosiddette ‘Rainbow Family’. Ecco che gli scatti del fotografo francese sono testimoni di un ‘paradiso terrestre’ che è un universo armonioso, senza violenza, libero da barriere religiose e sociali, dove i suoi luminosi ‘orpelli paesaggistici’ sono persone idealiste, pacifiche, dai visi sereni, immerse naturalmente in contesti idilliaci, che hanno scelto di vivere secondo modi e stili alternativi, lontano dalla civiltà dei consumi e della corsa al profitto. Difatti, per realizzare i ritratti dei membri della ‘Famiglia Arcobaleno’ reticenti a farsi fotografare e insofferenti ai mass media, Bouvet ha impiegato tecniche oggi obsolete ma molto vicine ai loro principi, capaci oltretutto di fornire un risultato tipicamente da anni ’70.
Le personali sono a cura di Ivo Serafino Fenu e Laura Serani e sono fruibili ancora fino al 6 settembre.
[di Redazione]