Fabrizio Plessi è l’artista della fusione tra video e scultura.
Nella gran mole della sua produzione Fabrizio Plessi lavora e indaga sul tratto scultoreo dello schermo concentrandosi precisamente sui volumi, la consistenza, le delimitazioni spaziali e relazionali dell’oggetto televisivo. Le sculture di Plessi presentano la compresenza dell’elemento naturale e tecnologico attraverso l’unione degli elementi primordiali dell’acqua, del fuoco e della terra. È il patrimonio dell’arte povera ad essere vivo e presente in Plessi, che lo mischia agli oggetti elettronici e tecnologici; da un lato il legno, dall’altro uno schermo, in Plessi diventano un tutt’uno omogeneo. Realtà e immagine si fondono e si creano, si fondono e rendono l’acqua azzurra un fiume di fiamme o le rosse fiamme in vampate azzurre.
Il monitor viene di solito disposto nello spazio con una totale libertà di articolare gli elementi giocando sulla sorpresa e sullo shock sensoriale e intellettuale, contrariamente alle aspettative del pubblico. Sorprende Plessi e vanifica ogni intenzione di trovar rappresentato solo il mondo delle idee nell’opera ma vanifica anche chi cerca asfitticamente rappresentata la realtà dura e cruda nella produzione artistica. Ciò che ci si trova innanzi è l’intuizione geniale di un uomo ma soprattutto il percorso di spinta dell’umanità, del rapporto con la natura che si integra con lo sviluppo tecnologico. È per questo che il fuoco in Plessi non distrugge l’albero, ma viene ingabbiato da un monitor che s’inserisce vivo nella corteccia viva; tutto è vita, tutto è movimento.
Nella sua opera Materia Prima Plessi crea una stanza con l’entrata chiusa da un catenaccio, il pavimento è ricoperto di monitor con lo schermo rivolto verso il soffitto con delle lastre di travertino grigio posate ai quattro lati di ogni monitor. L’assenza di suoni e immagini accoglie lo spettatore in uno scenario muto e freddo, in cui i monitor e i loro schermi sono fermi, inerti. Non si può entrare in quest’installazione, non c’è il solito ruolo dello schermo come oggetto di massa o di riproduzione di immagini. Gli schermi sono qui in qualità di oggetto artistico, scultoreo e materico.
«Acqua e fuoco: questi sono due elementi tanto cari per associazione alle metafore barocche del seicento! Acqua azzurra – fuoco rosso. E perché non fuoco azzurro? La magia elettronica non è convenzionata con i colori postimpressionisti. In virtù di quale legge fisica il naturalismo, ora la telecamera rovesciata falsificata più liquido del liquido vero. Ancora una volta il falso più vero del vero» – Fabrizio Plessi.
[di Marco Coppola]