Nella hall di un hotel le opere di Davide Pisapia ricostruiscono il senso dell’amore
Quando si dice “avere il cuore di pietra”! Il ventottenne napoletano Davide Pisapia ha dato forma a questo modo di dire riutilizzando scarti ferrosi dell’azienda di famiglia con i quali ha realizzato installazioni che mettono a nudo l’essere umano, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e letteralmente il suo cuore.
Fino al 31 marzo, nella hall del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, Napoli, il giovane artista, battendo e colorando metri di ferro, mostra la complessità del sentimento che lega tutti gli esseri umani con la mostra ad ingresso gratuito “Humans & Love“, ripercorrendo con tortuosi intrecci ed elaborati labirinti le esperienze emozionali che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella propria vita.
Tra le diverse opere, di cui alcune inedite, l’artista decide di dare spazio al cuore nell’iconoclastia classica che gli viene attribuita rendendo così “materiale l’immateriale”, descrivendo con la complessità dei diversi elaborati la contorta struttura dei nostri sentimenti.
Un esempio è “L’Amore Ramifica“, una delle opere presenti, che come lo stesso Pisapia sostiene: «È una scultura arteriosa in tondini di ferro di colore a sezione crescente che simboleggia un cuore, o meglio la classica forma folkloristica utilizzata per raffigurare il senso di amore[…] Ogni singolo ramo rappresenta un’esperienza sentimentale-emozionale, reale o potenziale, che ci ha condotto verso una ancora più intensa ed importante, sino a quella perfetta».
La scelta della location non è casuale, infatti spiegano l’imprenditore Salvatore Naldi e la direttrice dell’albergo Barbara Brunelli: «Il nostro intento è quello di far sì che l’albergo venga concepito quale location a servizio della città, una sorta di spazio museale aperto ad eventi che possano far conoscere Napoli, attraverso le sue creazioni, ad un pubblico sempre più ampio.».
In mostra, dunque, i tortuosi e indecifrabili meccanismi emotivi che offrono un’interessante alternativa per i festeggiamenti di San Valentino.
[di Roberto De Rosa]