Ho sognato lei. Volto noto di un tempo che fu, ora bellissima come il nero.
Il suo nome: perfetto amore. Cercati, piaciuti e voluti.
Labbra sfiorate in un bacio, la promessa consegnata alla memoria del mare.
Mi sono accostato e le ho cinto la vita.
Mi piace sentire lo spazio che occupa al mondo, misurarlo con un abbraccio.
“Ti amo – le ho sussurrato all’orecchio – ti chiamo stasera”.
Lei mi amava, con il suono della voce, placido e musicale.
Le mie dita nei suoi capelli.
Poi il volo. Ancora. Quello vero. Verso la sofferenza della gente.
Quello che non riesco ad occhi aperti.
-di Giovanni Postiglione-