Ma perché non ho acceso una candela? Con le ante del balcone spalancate quel lampione che si accende piano piano o la luna ci avrebbero giocato, come ho sempre fatto io nella mia fantasia poco prima di piangere. Perché quando la sera fuori dà spettacolo, io sogno un posto tutto mio dentro da cui guardarlo, tipo la stanza, il letto, quell’abbraccio. O mi bastava una vite sul soffitto, e avrei potuto far cascare metri di tulle, tipo capanna, con sotto tanti cuscini e la tv con i cartoni animati, per poi finire a parlare di come solo noi sì ma nessuno sappia più aspettare come le donne il loro uomo dalla guerra, e nessuno sappia guardarsi con la malizia adulta di quando i nostri nonni si sorridevano canticchiandosi “Che bella panzè che tieni”. Non ho portato il suo ‘sentire’ nemmeno al lago in quel frutteto dove da piccola capivo che l’amore è il mio archè. Non lo so, ma ieri mi è capitata nelle mani acqua, l’acqua eterna di quelle fontane sulle quali campano mille leggende popolari, e sono restata lì a toccarla come fosse seta, così per un attimo mi sono arresa, mi sono seduta, come sconfitta dalla forza di quel delirio di immagini e pensieri che mi stavano straripando. Il mare, i fiori, le cene. Gli appuntamenti, i regali, i brividi. La bellezza, i progetti, i colori. Le parole, le lettere, il capirsi. La soddisfazione, la protezione, il mordente. L’appartenenza, la fierezza, i cartoni animati. La cura, l’incanto, i simboli. Il commuoversi, le passeggiate, i prati. Le coperte, il Natale, lo stupore. La fantasia, le mani, la spesa. Il cucinare, la musica, le novità. La pioggia, i soldi, gli sguardi. Il flirtare, il filosofeggiare, la passione. Le giostre, i pupazzi, il pensare. La forza, la casa, le fotografie. La vasca, i nomi, le emozioni. Le stagioni, il polline, la neve. Le feste, gli odori, i baci. La complicità, la sintonia, la sincronia. Il viziarsi, il ‘sentirsi’, le gite. I raggi, il buio, il silenzio.
L’atmosfera.
Il senso, che di tutto perderei se non stessi con te, se non esistesse questo nostro noi.
Ci sono delle persone che quando mancano, manca la persona. E senza una persona si vive, prima o poi anche bene.
Poi ci sono delle persone che quando mancano, manca tutto. Quel tutto senza il quale non si vive più, non si vive mai.