- Primavera 2014 a Napoli, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Napoli, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Napoli, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Napoli, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Napoli, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Roma, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Roma, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Roma, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Verona, clicca per ingrandire…
- Primavera 2014 a Verona, clicca per ingrandire…
Ogni stagione ha il suo fascino, ognuna di esse ha le sue suggestioni, le sue peculiarità, ognuno di noi ne ama una più di un’altra, forse in base alle inclinazioni del proprio mondo interiore, chi può dirlo.
Se l’anno fosse un signore allora le stagioni sarebbero le fasi della vita, le sue spettacolari tappe, e così ci si immagina la primavera e il suo fiorire, simbolo di inizio, di movimento, che cresce diventando estate, la stagione dell’ardente maturità, che invecchia in un malinconico e saggio autunno che a sua volta ‘muore’ nel freddo e buio inverno, seppur incantevole, ma solo per rifiorire nuovamente, in una ruota naturale e rigenerativa infinita.
“Chi ha avuto l’idea di tagliare il tempo a fette alle quali ha dato il nome di ‘anno’, è stato un individuo geniale. Ha industrializzato la speranza facendola funzionare al limite dello stremo.Dodici mesi stancano qualunque essere umano e lo fanno desistere. A questo punto entra in gioco il miracolo del rinnovamento e tutto inizia di nuovo, con un altro numero ed un’altra volontà di credere che da lì in avanti tutto sarà diverso”, scrive de Andrade, poeta brasiliano, ecco così che questo 20 marzo il ciclo della terra ha ri-segnato il suo equinozio di primavera, nel segno dell’Ariete, che dal latino ‘equus nox’ preannuncia l’uguaglianza tra periodo diurno e notturno, come avviene per l’equinozio d’autunno, a differenza dei due solstizi, ’solis statio’, invece, d’estate e d’inverno.
Ma se è vero che il tempo è convenzionale quanto soggettivo, interiore, la primavera allora è la stagione dell’inizio, non è forse sensazione condivisa che con il suo profumo, la sua atmosfera, quella brillantezza che somiglia ad un innamoramento pulito e carico di buoni propositi, rigenera le menti, dà un sospiro più forte ai cuori al punto che è impossibile crogiolarsi nel tedio o nell’immobilità dei sensi sentendo il bisogno di muoversi, di vivere, di viversi? In tutto il mondo, dall’alba dei tempi, la primavera è il periodo più rappresentato con feste, rituali, quello che ha offerto anche maggiori ispirazioni artistiche, dalle più semplici rappresentazioni a quelle più emblematiche e cariche di particolari che hanno regalato le loro figurazioni all’eternità, come la celebre Primavera del Botticelli.
Ed allora perché capodanno non è a marzo? O meglio, perché non lo è più? Nell’antica Roma, difatti, secondo il cosiddetto ‘calendario di Romolo’ del 753 a.C. circa, l’anno aveva inizio a marzo ed oltretutto era diviso in 10 mesi, fu il secondo re di Roma, Numa Pompilio, ad aggiungere i mesi di gennaio e febbraio, modificandolo, ma il ‘capodanno’ rimaneva marzo, un nome che rendeva omaggio a Marte, leggendario padre dei due gemelli fondatori della capitale. Una convenzione senz’altro più logica… ma quello che ci rende speciali, che ci permette di fare la differenza, è l’immaginazione creativa, ed allora fantastichiamo che questo sia un capodanno primaverile, come lo ‘vive’ il sud, il centro, il nord del nostro Paese? Ecco le foto dell’arte della natura!