Azioni architettonico-musicali in scena per giugno giovani: il suono dell’architettura
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Il suono dell’architettura rappresenta il manifesto operativo di TAAO (this is alternative architecture office), un atelier che propone architetture alternative date da spazi performativi in luoghi sensorializzati, le cui iniziative sono dirette da Giovanni Fabbrocino.
Lo scorso 24 giugno ha animato il sottopassaggio della stazione Metropolitana Museo – Cavour per un’ora, dalle 12 alle 13 con una composizione aperta per contrabbassi (Renato Grieco, Umberto Lepore) e crotali (Francesco Gregoretti, Stefano Costanzo) posti ai limiti del corridoio che raccorda le due diverse linee. Il suo cartellone si iscrive nell’ambito della rassegna Giugno Giovani, corposo appuntamento di iniziative sostenute dall’assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione del comune di Napoli, che annualmente ritma l’inizio della stagione estiva.
Il suono dell’architettura interroga la musica e l’architettura quali due forme di comunicazione dalle strette affinità. Come in musica si parla di armonia, di equilibrio, di proporzione, di ritmo così troviamo tutte queste espressioni anche in campo architettonico. Il progetto mira infatti a enfatizzare l’architettura legandola alla musica ispirata da essa.
Proprio per questo motivo grazie a il suono dell’architettura si pratica una rilettura degli edifici, attraverso i suoni che evocano sia stilisticamente che morfologicamente, innescando così una fusione tra architettura e musica. L’operazione tende ad enfatizzare una esperienza sensoriale che permetterà al fruitore di accorgersi musicalmente dello spazio che lo circonda. Infatti solo il connubio indissolubile delle due discipline permetterà di provare nuove emozioni, visive e uditive.
Lo scopo è, in certo senso, “far suonare l’architettura”.
Il suono dell’architettura vi aspetta venerdì 30 con due diversi eventi in due diverse location da far risuonare diversamente: alle ore 11 lungo via partenope, alle ore 18 presso le poste centrali di piazza Matteotti. I fruitori di queste azioni architettonico-musicali saranno parte di un’opera della quale non sapevano di dover partecipare.
[Antonio Mastrogiacomo]