“Il videogioco non è solo entertainment. È un media, un’espressione culturale, un generatore di emozioni, visioni del mondo, idee e storie… ma un videogioco può essere considerato arte?” Si tratta di una questione molto attuale, aperta già da tempo, cui parecchie mostre nel corso degli ultimi anni, (come ad esempio Art (R)Evolution, un progetto legato a Game Art Gallery che portò i videogiochi alla 54 Biennale di Venezia con l’intento di farli rientrare di diritto nelle categorie artistiche) hanno dato voce sollevando riflessioni al riguardo.
Assassin’s Creed, ad esempio, prodotta da Ubisoft colosso dell’intrattenimento digitale contemporaneo, una delle serie più popolari e vendute per la console di nuova generazione, per la profondità e la ricchezza della sua trama, quali ad esempio gli studi storici, architettonici quindi artistici presenti nel videogioco (come la Firenze, Roma, Venezia, Istambul del ‘500, le macchine di Leonardo) ha fornito la definitiva spinta al mondo dell’arte per interrogarsi sul valore culturale ed artistico dei videogiochi: se sono da considerarsi una forma di pop art che, come i cartoon e i fumetti, sono strettamente collegati al disegno, all’arte digitale, all’arte grafica, insomma un prodotto del genio umano e come tale va studiato, conservato proprio come tutte le forme d’arte, oppure resta fondamentalmente e soprattutto “intrattenimento” come affermava Miyamoto.
Ecco alcune immagini per sviluppare un proprio parere: