Un incontro per raccontare l’esperienza di Nero Napoletano: un libro forse unico nel suo genere, essendoci un’unica storia e cinquanta mani diverse a illustrarla. In esposizione alcune tavole dell’opera
Articolo di FRANCESCA LOMASTO
Ieri 24 novembre al caffè letterario Intra Moenia (Napoli) si è tenuto il secondo appuntamento con il progetto ImagoMentis, a cura di Paola Tufo. Un incontro per raccontare l’esperienza di Nero Napoletano, libro uscito nel 2010 e pubblicato anche in Spagna. L’evento inaugura l’esposizione di alcune tavole dell’opera che saranno esposte fino al 7 dicembre.
Nero Napoletano è nato dall’idea di Mario Punzo, attuale direttore della Scuola di Comix, il quale afferma: «Mi piaceva molto l’idea di raccogliere tutti questi professionisti e presentarli, che significa denotare un fenomeno e una realtà napoletana, almeno cinquanta persone che lavorano regolarmente in questo campo». Il progetto era volto al riconoscimento di una scuola napoletana di fumetto, essendo questa una realtà vivissima e poco riconosciuta di Napoli.
Inizialmente era prevista solo una mostra, fino a che non è entrato in gioco Sergio Brancato, sceneggiatore e professore di sociologia, che ha proposto di unire l’opera dei fumettisti in un libro. Un libro forse unico nel suo genere, essendoci un’unica storia e cinquanta mani diverse a illustrarla. La scelta della tematica, del filo conduttore, è stata ardua e ha richiesto ben due mesi, di contro alle due settimane che ci sono volute a realizzarla.
Commenta Brancato: «Una storia deve avere una struttura e un substrato narrativo forte. E quindi mi sono detto, vabbe’, partiamo da un’idea e come sempre basta semplicemente guardare all’enciclopedia dei miti dell’antichità. Ragionando su Napoli mi sono reso conto che il mito di questa città è Medea. Perché questa città è femmina, e tende a distruggere i suoi figli… Una storia di camorra, ma in realtà c’entra fino a un certo punto, non è riprendere cose viste in una serie di libri e film, ma ragionare come fece Francis Ford Coppola, l’epos della mafia per riflettere sul potere, che divora se stesso».
La creazione delle storie, coordinata da Mario Punzo, ha richiesto l’uso del web e di un blog tutt’ora aperto per mettere in contatto i vari autori. Per i disegnatori sicuramente l’esperienza è stata complessa se, come afferma il fumettista Gianluca Cestaro (presente insieme al collega Gianluca Acciarino): «si disegnavano tavole senza inizio né fine», essendo queste collegate fra loro nel raccontare una sola storia.
Lavoro riuscito magnificamente, fra tavole ironiche e drammatiche, secondo lo stile e la predisposizione degli autori.
Altro tratto tipico è l’ambiente napoletano, le sue piazze e i luoghi, afferma Brancato: «Quando racconti Napoli non racconti mai una linea narrativa soltanto, ma racconti in quella storia anche il contesto, l’habitat che moltiplica il valore di quell’esperienza».
[di Francesca Lomasto]
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