A Paestum si riaccende l’estate all’insegna della musica: al via la prima rassegna di “Musica ai Templi”. Sotto le stelle del Parco Archeologico (il quale aderisce all’iniziativa del ministro Franceschini e dona gli incassi alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal terremoto) nei pressi della Basilica, spettacoli musicali si susseguono fino al 10 settembre. Partita il 25 agosto con “Piano Summit”, la manifestazione prosegue con “INCANTO”, quartetto di soprani composto da Rossella Ruini, Laura Celletti, Francesca Romana Tiddi e Claudia Coticelli, le quali, accompagnate da Venere Ensemble (con Marta Cosaro alla viola, Vanessa Cremaschi al violino, Rossella Zampiron al violoncello, Claudia Agostini al pianoforte ed Emanuele Montaldo al contrabbasso), presentano le loro voci con le quali uniscono due mondi: il classico puro e la musica leggera. «Il nostro lavoro principale è far passare, attraverso la nostra musica, una suggestione, la suggestione della bellezza, della dolcezza, del canto, delle melodie, della potenza. La musica è una vibrazione, e deve essere una vibrazione d’amore», racconta Rossella Ruini, responsabile musicale e leader del quartetto. Un amore tramesso e di certo ricevuto da un pubblico entusiasta che non si è trattenuto, a fine concerto, nel chiedere il “bis”.
Quattro donne profondamente collaborative, unite da affetto, dalla dedizione al lavoro di squadra e che, arricchendosi l’un l’altra, in perfetta armonia propongono un risultato totalizzante, «Se nell’immaginario comune si tende a recepire il soprano classico in un unico modo, in realtà noi siamo quattro voci completamente differenti l’una dall’altra», spiega la Ruini, oltre ad aver fatto del punto di intersezione il punto di forza, la particolarità della loro arte è proprio quella di progettare per quattro i pezzi, pur rispettando partiture e tonalità originali.
In occasione di “Musica ai Templi”, il gruppo presenta «Un percorso attraverso la musica classica, ci si incammina poi verso i classici napoletani, le colonne sonore, fino ad arrivare ai grandi successi della musica pop internazionale. È questo fondamentalmente anche il nostro “biglietto da visita”», spiega Rossella. Incanto Quartet vanta, difatti, un ricco repertorio che attraversa svariati generi, dal classico al moderno, dalla tradizione al pop; partecipazioni ad importanti iniziative (tra le tante: la notte dei Proms); esibizioni su prestigiosi palcoscenici di tutto il mondo, sia come gruppo indipendente sia come supporto di grandi artisti del calibro di Andrea Bocelli, Michael Bolton e moltissimi altri.
Non mancano le suggestive occasioni di incontro tra la loro “musica colta” e i luoghi storico-culturali, come l’esibizione all’Odeon di Erode Attico ad Atene ed in ultimo (ma non ultimo) ai templi di Paestum, una location quest’ultima grazie alla quale è impossibile non emozionarsi all’idea di due mondi in antichità separati, come i templi e la musica, che si congiungono in una serata “contemporanea” di agosto, «È meraviglioso rivivere posti d’arte in questo modo, tutto ciò che è storia, archeologia, cultura, mi affascina, mi trasmette una grande energia ed il percorso all’interno di Paestum è emozionantissimo!», continua Rossella.
Uno spettacolo, dunque, dall’atmosfera prestigiosa con un orizzonte di naturalezza: nonostante la voce dei soprano sia immediatamente associata al teatro, contesto d’origine di questo stile, le quattro soprano con il progetto Incanto non si propongono come “voci da teatro”, il teatro presuppone altre esigenze, loro invece “cantano nel microfono”. Hanno quindi sviluppato uno stile che è una risignificazione, suona un po’ come un nuovo capitolo della storia della musica scritto a due mani: dalla bellezza e solennità propria del canto classico e dalla leggerezza, d’altronde «la voce classica è la voce più naturale del mondo per essere udita nella potenza, nel controllo, nella pienezza, però è una voce che viene costruita con lo studio, l’allenamento, la ricerca di un suono; quando vai a proporla ad un pubblico attuale, quindi un pubblico che non soltanto ascolta di più la musica leggera ma è un pubblico condizionato dal rumore, che vive immerso nel rumore (siamo sempre a telefono, c’è traffico) quindi l’orecchio non è quasi più abituato a percepire certe piccole sfumature (anche se è una capacità che non si perde mai del tutto), è più difficile. Ci sono persone che di immediato apprezzano, il nostro è un genere amatissimo soprattutto all’estero, ed altre (soprattutto in Italia) nelle quali è più complicato trovare il punto accessibile, così cerchiamo sempre di proporre questo genere in un modo che non risulti troppo lontano dal pop, al quale le persone sono abituate, ma che allo stesso tempo rispetti la nostra ricerca», spiega la Ruini.
“Incanto” dà appuntamento a Montecarlo, a fine settembre; in Bulgaria e probabilmente nei Paesi Arabi, nel mese di novembre, dove terrà una serie di concerti, tutti nei teatri e con orchestra.
[articolo, riprese, montaggio, post produzione di Flavia Tartaglia]