Nell’ambito di Incontri Sensibili continua la mostra Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia al Museo di Capodimonte
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Jan Fabre è un artista belga la cui sensibilità indaga la zona di confine tra la vita e la morte. Attivo su svariati fronti della produzione artistica – è anche coreografo, regista teatrale e scenografo oltre ad essere impegnato nel campo della visual art e della performing art – nel 2017 è presente alla biennale di Venezia con un ciclo dedicato al tema delle Metamorfosi declinato con opere così diverse (Glass And Bone Sculptures 1977-2017) da suggerire il grado di cura ed immaginazione che sostiene da sempre la sua produzione artistica.
Anche la città di Napoli ospita opere dell’artista belga Jan Fabre grazie all’impegno di Sylvain Bellenger – direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – e di Laura Trisorio, la gallerista che anima la città partenopea con l’offerta culturale disposta dallo studio Trisorio. La mostra, dal titolo Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia, fruibile fino al 22 ottobre, si tiene nell’ambito del ciclo di esposizioni Incontri sensibili.
I pezzi in mostra sono due ed entrambi prevedono l’impiego di gusci di scarabeo, un materiale da sempre distintivo dell’artista belga che pure non deve essere rimasto inosservato se in alcuni casi il suo impiego ha suscitato forti polemiche. Eppure Fabre definisce lo scarabeo come “il più antico computer del mondo” al quale dovremmo imparare a prestare ascolto; per l’artista infatti lo scarabeo rappresenta gusci di memorie più antiche del corpo umano e nella dialettica araldo della morte – emblema di rinascita rappresenta il materiale che meglio di altri sintetizza la poetica di Fabre. Le opere in mostra sono Spanish sword (Cavaliere di umiltà) e Railway Tracks to Death (Binari verso la Morte).
La camera delle meraviglie, o WunderKammer, una raccolta di curiosità tipica delle collezioni d’arte del Cinquecento e Seicento quale sintesi tra sapere scientifico, piacere estetico e scoperta, dialoga con l’opera dell’artista. A questa eclettica raccolta, sono stati aggiunti 41 antichi scarabei della Collezione Egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli in modo da rafforzare l’intervento artistico grazie alla cura del contesto.
La mostra rappresenta un’opportunità per indagare il rapporto tra arte e scienza a partire dalla natura con la sensibilità di artistica di Fabre che suggerisce di scegliere come punto di vista sulle cose la prospettiva della morte.
[Antonio Mastrogiacomo]