L’opera Cristo in Croce del pittore fiammingo Van Dyck apre il ciclo di appuntamenti “l’opera si racconta”
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
L’opera Cristo in Croce del pittore fiammingo Van Dyck apre il ciclo L’Opera si racconta, presso la Pinacoteca nazionale di Capodimonte. Si tratta di un’iniziativa davvero interessante che dà spazio all’esposizione di capolavori conosciuti – ma anche poco noti o in deposito.
L’opera si racconta ha il pregio di mettere in risalto dipinti, sculture e oggetti d’arte della straordinaria collezione del museo di Capodimonte, stavolta raccontati in una chiave nuova e, soprattutto, in dialogo con altre opere. Il ciclo è stato ideato al fine di dare voce alle tantissime storie stipate nel Museo di Capodimonte: storie di uomini e donne, luoghi e aneddoti, segreti del mestiere che attendono soltanto di essere raccontate per svelare la complessità delle opere protagoniste della sala 6 (primo piano) dedicata all’inizio del percorso di visita.
La prima opera a raccontarsi è il Cristo in Croce di Van Dyck, un importante pittore fiammingo che, giunto in Italia nel 1621, diventa l’elegante ritrattista di riferimento dell’aristocrazia del tempo. Il Cristo in Croce di Anton Van Dyck si staglia nel momento culminante dell’agonia, contro un cielo scuro e turbolento, acceso da riflessi dorati, dal tipico pittoricismo fiammingo. L’opera dialoga in sala con alcuni disegni e incisioni, con i momenti più drammatici della narrazione evangelica. Ed è proprio questo dialogo a formare il trait d’union di un ciclo in grado di far godere delle opere nella loro continuità, non nel loro darsi nel frammento.
In questo modo il museo di capodimonte continua nell’offrire una programmazione e delle iniziative che fanno della divulgazione il valore aggiunto nel presentare il bene culturale custodito. Il ciclo L’opera si racconta ha il compito di portare non solo gli addetti ai lavori al museo, ma tutto uno stuolo di curiosi che vogliano trascorrere diversamente il proprio tempo libero, mettendosi sulle tracce di quel che ancora non conoscono.
[di Antonio Mastrogiacomo]