Balli, feste, nuove invenzioni, esposizioni universali… tutto questo e molto altro ancora fu la Belle Époque, un periodo di serenità e di grande sviluppo economico e tecnologico che caratterizzò gli anni che vanno dalla fine dell’Ottocento fino allo scoppio della Grande Guerra.
Fu questa l’epoca delle sfarzose serate nei cabaret, tra le ballerine del famosissimo Can Can, la cui versione più celebre rimane sicuramente il Galop Infernal di Jacques Offenbach.
Ed è in quest’epoca di gioia e di ottimismo che nasce Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Monfa, meglio conosciuto naturalmente come Toulouse-Lautrec.
Di origini aristocratiche il “petit bijou”, così come veniva affettuosamente chiamato durante l’infanzia, purtroppo era affetto da una malformazione genetica. Il giovane Henri aveva infatti le ossa molto fragili e dopo due gravi cadute la sua statura non andò mai oltre il metro e cinquantadue.
Abbandonata la passione per la caccia Lautrec si dedicò all’arte, passione che lo portò ad avere un successo internazionale.
Dopo aver preso lezione dai pittori più in gamba di Parigi il giovane artista trovò uno stile tutto suo, anche se leggermente ispirato all’impressionismo. Abbandonato l’ambiente nobiliare Lautrec si innamorò del quartiere di Montmartre, la zona più all’avanguardia e più trasgressiva della capitale francese di fine Ottocento.
Fonte di ispirazione del pittore furono in particolar modo le “maisons coleses”, ovvero i bordelli parigini, laddove si trascorrevano le più esilaranti serate francesi.
Modelli fondamentali per i suoi lavori furono le ballerine che intrattenevano i clienti di questi locali tanto alla moda, come ad esempio il Moulin Rouge o il Moulin de la Galette.
Tra le donne apparse più spesso nei dipinti e nelle stampe di Henri si ricordano soprattutto Louise Weber, nota coma la Gouloue, una delle ballerine più famose dell’epoca, a cui si deve l’invenzione delle mosse del già citato Can Can. Molto rappresentata fu anche Jane Avril, altra vedette di Parigi.
Più che di dipinti per quanto riguarda Toulouse-Lautrec possiamo parlare di stampe e manifesti, la maggior parte dei quali oggi ammirabili presso il Musée d’Orsay.
Non è un caso se il giovane pittore fu da tutti considerato l’ “âme de Montmartre”, l’anima di Montmartre. Egli seppe rappresentare insieme il meglio e il peggio della vita del suo tempo e in particolar modo della vita di quell’unico quartiere che gli diede forse le sole gioie della sua esistenza.
Ancora oggi camminando per il lungosenna possiamo notare che i venditori di stampe espongono in prima linea i più famosi manifesti di Lautrec: “La Tournée du Chat Noir” e “Aristide Bruant dans son Cabaret” sono tutt’ora, con La Gouloue e Jane Avril, i più acquistati.
Un piccolo uomo che ha saputo, con le sue immagini, illustrare un’epoca tanto breve quanto importante non solo per la storia della Francia, ma per quella di tutta Europa. Un periodo da ricordare con gioia, prima che l’uomo decidesse di porre fine alla pace con lo scoppio di una guerra che irrimediabilmente devastò il nostro continente.
[di Magdalena Sanges]