Su una rivista leggevo che: Ci sono case che ti ritrovi addosso perché tramandate da padre in figlio o ereditate da un parente lontano; ci sono case senza anima, scelte come puro investimento immobiliare sulla base di un compromesso tra costo e necessità istintiva e poco riflessiva di un tetto che non è frutto di un progetto sentimentale; case che risultano inadeguate, impersonali. Poi ci sono le case che ti somigliano, ti completano, sono quelle frutto di un progetto sentimentale, ed allora sono come un tuffo allo stomaco, come l’Amore, quello che più passa il tempo e più la passione aumenta e più si notano cose, e più si notano e più quelle cose ti sembrano perfette, insostituibili, e più entrano a far parte del proprio modo di vivere oppure lo ‘scrivono’ e lo descrivono lontano da male, torto, paura, dubbio, ingiustizia.
Un nido di tepore e coccole, ma come quelle che ti dà l’Amore della tua vita.
Ho pensato a Sorrento e a Roccaraso. Maledette le mie associazioni di pensiero.
Ho pensato a quanto questi posti abbiano diretto i miei sogni da bambina. E sono cresciuti quanto crescevo io. Ho sempre desiderato una vita segnata da certe abitudini. Del tipo che ogni inverno, con quella certezza che dà solo un Amore incondizionato, avremmo vissuto due settimane in montagna, in una baita o uno chalet a Roccaraso, purchè ci somigli. Che ogni estate avremmo organizzato una vacanza a Sorrento, in un appartamento con un balcone che fa tipo da cornice al mare proprio lì fuori, di fronte a noi, un balcone con un tavolino per la colazione e per le nostre sere ad abbracciarci spettatori del mare di notte.
Queste nostre abitudini di coppia sarebbero state così incorruttibili che con gli anni, con il tempo, le avrebbero sapute tutti, l’avrebbero saputo tutti che noi due dal 23 dicembre all’8 gennaio non ci siamo se non per noi due, che nel mese di agosto siamo fuori dal mondo e dentro al nostro, con gli anni, con il tempo, cinque mesi prima tutti ci avrebbero chiesto “Allora, quest’anno Roccaraso?”, “Quest’anno tutto pronto per Sorrento?”, e noi avremmo saputo già rispondere “Sì”, tu con il tuo sarcasmo da demonio folle, io con il mio sorriso più dolce, perché cinque mesi prima avremmo già progettato e prenotato. Dal nostro divano della nostra casa di città, nostra che ci somiglia, che ci completa, perfetta in ogni angolo che avremmo arredato di tutto il meglio, senza spazio per altro, perché ‘altro’ sarebbe solo un fastidioso di più che non serve quando si ha già tutto il meglio. Proprio come Noi.