Alla scoperta dei Jikken Kobo, collettivo formatosi in Giappone negli anni ’50
Jikken Kobo è il nome di un collettivo di ben quattordici artisti fondato poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Attivo soprattutto tra il 1951 e il 1958, il progetto si basa su un’etica profondamente collaborativa. Ciò ha permesso ai loro componenti di occuparsi interamente delle proprie performance, dalle musiche alle scenografie, e di giovare anche della collaborazione di membri esterni (tra i tanti, John Cage).
Le tecniche utilizzate nei lavori di Jikken Kobo sono state prese in prestito soprattutto dalla scultura, dalla fotografia e dalla registrazione e riproduzione di audio-video. Le installazioni e le performance proposte hanno sempre evidenziato la capacità di mettere in contatto diverse modalità di fare arte.
Tra le performance più famose spicca “The Joy of Life”, datata 1951. Si trattava di un balletto-manifesto dell’ideologia di Jikken Kobo, collettivo in perenne workshop sperimentale. “The Joy of Life” è stato creato per rimarcare la presenza della prima retrospettiva su Picasso a Tokyo. Allo stesso tempo, nella performance si intendeva affrontare tematiche quali la sintesi delle arti e l’esperienza delle tecnologie più moderne.
Un’altra performance celebre è “Asahi Picture News (APN)”, datata 1953, tesa a mostrare alcuni aspetti del mondo giornalistico. In questo caso, nella performance sono stati inclusi lavori del fotografo Kiyoji Otsuji, che ha assemblato diversi oggetti che contenevano le lettere A, P ed N (riferite al nome del magazine) e i dipinti di Hideko Fukushima, altro membro del collettivo. Inoltre, sono stati utilizzati molti oggetti fatti a mano e di carattere provvisorio.
“Asahi Picture News” è da molti riconosciuto come il lavoro precursore di alcuni movimenti avanguardistici come il costruttivismo russo.
[di Ambra Benvenuto]