“[…] Quella sera mi superai, a voce, a gesti, a smorfie, non le feci mancare nemmeno una battuta, il successo fu immenso. Agli applausi la Grande Signora era raggiante, lo so che di certo uno di quei raggi fosse soltanto per me, poi mi sentii chiamare “Mon petite souffleur”, mi girai, “Aspetta… Vieni qui”, eravamo solo noi due, “Accendi tutte le luci”, io le accesi, “Anche la sala”, accesi anche quella, il teatro sfavillava come se fosse stato di cristallo, la Grande Signora mi fece sedere sopra la buca del suggeritore, “Mettiti qua, non ti muovere”, si incamminò lungo la scala che portava ai palchi di primo ordine, dal primo palco di proscenio si levò i guanti, poi sparì, quell’istante fu per me un supplizio, quando riapparve nel palco numero due si era tolta il cappello e i capelli le scendevano lungo le spalle, nel tre si era tolta la giacca del tailleur, nel quattro aveva le spalle completamente nude, poi vennero il cinque, il sei, il sette, l’otto, fino a quando nel palco reale, sotto la grande corona decorativa, in piena luce mi apparve come… Venere… che usciva dalla spuma del mare e allora mi chiamò per la prima volta col mio nome, lì capii che per me si era miracolosamente aperto uno spiraglio di cielo […]”
-Uscita D’Emergenza-