Provocatoriamente Wolf, artista di formazione filosofica, chiede agli spettatori di ricercare l’invisibile, ovvero ciò che c’è dietro l’immediatezza.
Fino al 15 gennaio 2016, la Galleria Otto (Roma), dedicherà diversi spazi alla retrospettiva dell’artista milanese Silvio Wolf. L’esposizione si intitola “La realtà” ed intende esplorare la tematica del dualismo spazio fisico – spazio mentale.
L’indagine si snoda in tre sezioni: Architetture; Skylights; Orizzonti. Tutte le fotografie e le opere di Wolf sono organizzate in base all’architettura dello spazio a disposizione – persino i tre cicli sono pensati come tre gradini corrispondenti a differenti stadi della ricerca sul linguaggio.
Il vero comune denominatore delle opere in esposizione è il rapporto tra visibile e invisibile: le fotografie che attirano lo sguardo dello spettatore, intendono portare chi osserva ad una realtà più profonda di quella immediatamente visibile.
Wolf ha una formazione di stampo filosofico e questo elemento viene fuori continuamente nelle sue opere. L’artista vuole portare gli osservatori a partecipare a domande sul rapporto tra la Realtà in cui ci si trova e l’Immagine, intesa come codice utilizzato per fare del Reale una metafora. È tramite questo sforzo interpretativo che lo spettatore può giungere a una realtà sottesa e implicita a quella che si percepisce ad un livello più semplice delle percezioni fisiche.
Provocatoriamente, Wolf chiede agli spettatori lo sforzo di soffermarsi, come si faceva un tempo, dinanzi alle opere in esposizione. Contemplare, ricercare ciò che c’è dietro l’immediatezza. Silvio Wolf intende andare contro il bombardamento delle immagini di cui la società attuale è piena: la mostra “La realtà” potrebbe essere un antidoto a ciò che viene definita “condizione bulimica di esperienza visiva”.
[di Ambra Benvenuto]