L’associazione Scarlatti continua la sua attività con la stagione del Barocco
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
La stagione del barocco è la proposta che l’Ente Morale associazione Alessandro Scarlatti dispone in continuità con la stagione concertistica che ha attraversato fittamente i mesi passati. Dopo i due appuntamenti conclusivi di aprile con il quartetto indaco e Massimo Quarta, il maggio dell’associazione Alessandro Scarlatti si colora di barocco per festeggiare le 358 candeline di Alessandro Scarlatti presso la Chiesa dei Santi Marcellino e Festo, nel complesso monumentale già sede del dipartimento di Scienze della Terra dell’università degli Studi di Napoli Federico II, il prossimo mercoledì 2 maggio.
La stagione del Barocco inaugura quindi i suoi concerti con un appuntamento celebrativo tutto dedicato proprio ad Alessandro Scarlatti, compositore che rappresenta sicuramente un vertice della produzione strumentale del ‘600. Il repertorio barocco si pone tra i più importanti da tutelare e valorizzare quale bene musicale di rara potenza e la stagione del barocco vuole dunque colmare la difficoltà di apprezzare esecuzioni dal vivo.
Mercoledì 2 maggio tocca all’Abchordis Ensamble dare vita a musiche immortali quali quelle composte da Alessandro e Domenico Scarlatti, che si alternano in un programma densamente fitto e degno di attenzione per la difficoltà e la rarità del repertorio proposto. I giovani esecutori sono infatti interpreti di singolare bravura: la loro attenzione alla musica antica si è tradotta infatti in una attenta e scrupolosa attività di ricerca musicale, il cui focus resta la musica sacra italiana del XVII e del XVIII secolo. Diretto da Andrea Buccarella, l’Abchordis Ensamble ha impressionato pubblico e critica nei suoi innumerevoli concerti per il mondo, realizzando inoltre incisioni discografiche da segnalare per il forte lirismo raggiunto nell’interpretazione musicale.
La stagione del barocco raccorda quindi l’attenzione concertistica con la scelta di tutelare e valorizzare l’identità musicale della città e ritrova in Alessandro Scarlatti il nume tutelare di questo rapporto.
[Antonio Mastrogiacomo]